Lo sanno tutti che la Formula 1 non è solo uno sport, ma un grande gioco di ruolo. Tra spy game aziendali e ricerca di innovazione da sci-fi, la Ferrari sta muovendo le pedine per il 2026. Quello è l’anno zero, l’alba di una nuova era. Tra due stagioni cambieranno i regolamenti e di conseguenza le opportunità, e per quel giorno nessun team vuole farsi trovare impreparato.

Figuriamoci la Ferrari, che ormai da anni annuncia tregenda per la stagione che verrà. Un futuro ripiegato su se stesso e mai sbocciato davvero. Qualcosa è cambiato, ora l’alfiere rosso è Lewis Hamilton. Con la notizia del suo arrivo a Maranello, tra un anno, nel 2025, il cavallino ha scosso le fondamenta del Circus. Esperti e commentatori l’hanno definito l’evento del secolo perché dietro ci sono la narrazione, l’intrigo e la sofferenza.

E ovviamente il colpo di scena. Hamilton che approda in Ferrari, l’amore inconfessabile di una vita, e va a inseguire l’ottavo titolo mondiale nella scuderia che fu di Schumacher: chi può resistere a tanto? Esegeti e filologi del motore hanno però analizzato meglio e più a fondo l’evento.

Ne viene fuori una giocata d’anticipo della Ferrari, che probabilmente diverrà la prima di una serie. Ingegneri, figure interne, uomini-chiave: la casa di Maranello del 2026 si annuncia vincente per davvero e soprattutto completamente rinnovata nella sua essenza.

La nuova realtà

Il prossimo, con Hamilton al posto di Carlos Sainz, sarà dunque un anno cuscinetto. Un zona limite. Hamilton avrà l’opportunità di testare e collaudare la macchina e le novità del 2026 senza trovarsi catapultato in una nuova realtà un giorno all’improvviso.

D’accordo: Hamilton è Hamilton. Però la F1 richiede esercizio e attenzione, niente si improvvisa. Alle condizioni attuali la Red Bull e Max Verstappen continuano a essere di un altro pianeta. Chi si aspetta una lotta ad armi pari tra la Ferrari e le Red Bull, tra Lewis e Max già il prossimo anno, potrebbe dover masticare amaro.

Lo sguardo deve andare oltre. Nel 2026, quattro anni dopo l’ultima grande modifica, le monoposto cambieranno e questo azzererà i gap (ora davvero enormi) tra una scuderia e l’altra. Anche tra Red Bull e Ferrari. Appena qualche mese fa il quotidiano spagnolo AS ha chiesto a Nick Tombazis, direttore delle monoposto FIA, di illustrare le innovazioni principali volte ad aumentare il livello di competizione e spettacolo. Tra mezzi annunci e vaghe descrizioni, l’unica certezza è: «Il dominio Red Bull non durerà, gli altri la copiano».

D’altra parte lo show ha bisogno di essere alimentato. Il propulsore delle monoposto del 2026 avrà un rapporto del 50 e 50 tra parte elettrica e a combustione. Il motore peserà 30 chili in più rispetto all'attuale, ma verrà compensato dall’alleggerimento di altre parti della monoposto per arrivare a un peso della vettura inferiore agli 800 chili di oggi.

I nuovi propulsori di F1 funzioneranno con carburanti completamente sostenibili. Tutto questo, come ha voluto far sapere la stessa F1 attraverso una serie di articoli on-line, dovrebbe «rappresentare una sfida maggiore anche per i piloti e gli strateghi».

Le innovazioni

Mentre la lotta al motore e alle innovazioni resta nell’ombra, confinata alle segrete riunioni tra ingegneri e innovatori, la Ferrari ha squarciato il velo sul suo domani convincendo Hamilton a lasciare la Mercedes. Era stato il Daily Mail, lo scorso maggio, ad annunciare una trattativa Ferrari-Hamilton che l’altro ieri è divenuta realtà.

John Elkann aveva chiamato Hamilton assicurandogli un futuro radioso. Orizzonte che evidentemente Lewis non ha percepito in Mercedes, né per il 2024 né oltre. Per uno sportivo di quasi quarant’anni il tempo è tutto. Non ce n’era abbastanza in Mercedes: «È il momento di fare il passo», ha detto Hamilton.

Ma non è solo questo. Con il titolo in borsa che vola (la Ferrari ha chiuso il 2023 con un utile di 1,25 miliardi di utile netto), e con l’ambizione che fa prudere le mani di Vasseur e della proprietà, convincere Hamilton è stato più facile.

Il pilota britannico, 39 anni, ha firmato un contratto da 50 milioni a stagione. Lewis è stato come sempre comunicativo: «Ho trascorso undici anni meravigliosi con questa squadra e sono così orgoglioso di ciò che abbiamo raggiunto insieme. La Mercedes fa parte della mia vita da quando avevo tredici anni».

Hamilton si porta dietro il suo essere fashion, l’uomo alla moda, che disegna vestiti e collezioni, che frequenta personalità dello show business e veste «un po’ eccentrico» come ha sempre detto lui. Ma a Maranello porterà anche l’altro lato della sua personalità: il Lewis dei diritti civili, del Black Lives Matter, delle lotte gentili, delle dichiarazioni piene di sentimento.

Hamilton pensatore, viaggiatore, innovatore. Amante del vero e dell’utile, ma anche del lusso e del bello. Un uomo a colori che dovrà convivere con Charles Leclerc, il principino di Montecarlo. Anche questo accende i sogni dei tifosi Ferrari.

A settembre scorso Hamilton confessava che spesso si era sentito vicino al cuore rosso: «Per tanti anni al Gp di Monza mi sono sentito dire: “Vieni in Ferrari”. La cosa mi scaldava il cuore. È abbastanza incredibile che non abbia mai guidato per la Ferrari in così tanti anni». Di Ferrari in garage ne ha due, le ha sempre comprate in gran segreto con blitz a Maranello. Diceva: «La Ferrari è un sogno, ma io posso guidare solo quelle che ho a casa». Adesso no.

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