La Federazione pugilistica italiana ha aperto un procedimento disciplinare contro Roberto Di Blasio, il pugile che ha aggredito Slevaggia Lucarelli nel corso di una manifestazione no vax, e il 2 novembre ha deciso di sospenderlo da ogni attività agonistica e di insegnamento fino alla fine delle indagini. Lui, si legge nella disposizione, ha tentato di difendersi, ma di fronte ai video e agli articoli, la Federazione ha deciso di fermarlo fino alla fine della procedura, accogliendo la richiesta dell’accusa che ha trovato «gravi e concordanti indizi di colpevolezza unitamente al pericolo concreto e attuale che il tesserato possa nuovamente commettere illeciti della stessa specie». Di Blasio insomma potrebbe aggredire di nuovo.

Il caso

Il 21 novembre Selvaggia Lucarelli si è recata al Circo Massimo per chiedere ai manifestanti come mai stessero protestando contro il green pass, per Di Blasio motivo sufficiente per aggredirla verbalmente e, dopo, prendere a testate il cellulare con cui Lucarelli stava riprendendo la manifestazione. La firma di Domani ha deciso di sporgere denuncia, in attesa che faccia il suo corso la giustizia, si è mosso il tribunale federale della Fpi.

Di Blasio aveva confermato a Domani di essere un insegnante – lavora presso la Gym Palace di Manziana - anzi, di scoraggiare in prima persona il bullismo. Tesserato per la Fpi in qualità di tecnico sportivo, adesso è finito sotto la lente della sua stessa federazione a seguito della manifestazione no vax. Il Collegio ha trovato «presunti comportamenti antiregolamentari, estranei al contesto sportivo federale (…) che avrebbero arrecato un danno materiale e/o morale all’immagine dell’organizzazione federale, più altre eventuali».

Il Procuratore federale ha chiesto la sospensione da ogni attività federale, agonistica e sociale sino allo scadere del termine delle predette indagini, in ragione del fatto che «da un primo esame degli atti sembrano sussistere univoci indizi sulla circostanza che il signor Roberto Di Blasio abbia assunto una condotta non consona ai dettati contenuti nello Statuto». Dunque stop all’insegnamento e qualunque altra attività da tesserato.

Di Blasio si giustifica ancora

Lo scorso 29 novembre, si legge, Di Blasio è stato convocato di fronte al Tribunale e ha continuato a raccontare di essersi sentito provocato da Lucarelli. Ma il Collegio ha respinto la sua versione: «Il Collegio reputa inammissibile la tesi della provocazione dedotta dall’incolpando», si legge, e le sue lamentazioni «non possono attenuare la gravità e il disvalore della condotta del tesserato, maestro di pugilato, nei confronti di una donna indifesa». Così Di Blasio è stato sospeso, almeno sino al termine delle indagini preliminari, fissate al prossimo 21 gennaio 2022.

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