Un’infermiera dell’ospedale Sacco racconta quanto è delicato il ruolo di chi assiste minuto per minuto i pazienti più gravi colpiti dal coronavirus: «Basta un potassio che sale o scende un pochino per farci entrare in azione»
- Si tratta di un lavoro delicato, che richiede tenere sotto controllo i parametri vitali del paziente e mantenerli in equilibrio.
- Se fatto bene non è un lavoro eccitante, ma richiede comunque grande esperienza e studi approfonditi.
- Purtroppo però, la professionalità degli infermieri intensivisti oggi non è riconosciuta in alcun modo.
L’ultima linea di difesa contro il coronavirus è costituita dalle terapie intensive, i reparti degli ospedali dove i pazienti in condizioni critiche sono mantenuti in vita grazie alla respirazione artificiale. Ma le terapie intensive non sono semplici letti a cui è attaccato un ventilatore. Sono complesse unità mediche, che richiedono costante sorveglianza da parte di personale specializzato. Chiara Marconi, 35 anni, sposata con tre figli, è un’infermiera con più di un decennio di esperienza di



