Luca Di Donna, amico e fedelissimo dell'ex premier Giuseppe Conte, è stato perquisito ieri dai carabinieri, che hanno fatto visita al suo ufficio a piazza Cairoli e nella sua abitazione. Indagato dalla procura di Roma per associazione a delinquere finalizzata al traffico di influenze illecite insieme ad altri due professionisti, Gianluca Esposito e Valerio De Luca, l'avvocato che per anni ha lavorato con il presidente del M5S nello studio di Guido Alpa, è di fatto accusato di aver speso il nome di alti funzionari pubblici (tra cui lo stesso Conte e Domenico Arcuri, ex commissario straordinario all'emergenza Covid, entrambi non iscritti nel registro degli indagati ed estranei all’inchiesta, per gestire affari nell'ambito delle forniture sanitarie e non.

Una settimana fa Domani aveva raccontato come, mentre Conte era a Palazzo Chigi, l'ex socio di studio avesse spiccato il volo, chiudendo in pochi anni contratti a cinque zeri e riuscendo a diventare uno dei legali d'affari più quotati in città.

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Ora gli investigatori credono che almeno alcune delle parcelle incassate da Di Donna sia frutto di comportamenti illeciti: in pratica il professore ordinario della Sapienza avrebbe ottenuto consulenze irregolari da aziende private interessate all'assegnazione di appalti pubblici. Di Donna vantando influenze e amicizie verso alcuni pubblici ufficiali vicini ai centri di spesa si sarebbe fatto dare e promettere denaro come prezzo della propria mediazione. Gli appalti finiti nel mirino degli investigatori sono quelli per forniture (sanitarie e non) per la struttura commissariale per l'emergenza Covid, per il ministero dello Sviluppo economico e per Invitalia, agenzia guidata ancora da Arcuri, sostituito invece dal generale Figliuolo dal governo Draghi. Gli uffici dei tre enti statali non sono stati comunque oggetto, ad oggi, di perquisizioni.

«L'avvocato Di Donna ha svolto semplicemente la propria attività professionale in totale trasparenza», spiegano fonti vicini al professore, certe che Di Donna potrà spiegare ogni dubbio e uscire indenne dallo tsunami giudiziario. Che potrebbe imbarazzare anche Conte, seppur del tutto estraneo all'indagine: i rapporti tra i due sono stati strettissimi per lustri, tanto che qualche settimana fa secondo il Fatto Quotidiano il nuovo capo politico dei grillini aveva immaginato di promuovere l'amico come direttore della nascitura scuola di formazione politica del movimento.

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