La chiamano super stagione perché la pubblicità resta pur sempre l’anima del commercio anche quando ti vendono lo sfarzo della Formula 1. Però lo sanno tutti che quella al via sabato, in Bahrain, è un anno di mezzo, un mondiale in transizione. L’alba di un nuovo inizio già si intravede. Ne ha mostrato i contorni Lewis Hamilton, primo tra i piloti a materializzare cosa sarà veramente il futuro del 2025, un anno destinato a cambiare molte cose. Non solo il suo passaggio dalla Mercedes alla Ferrari, dietro c’è di più: dal mercato piloti ancora tutto da inventare al cambio dei regolamenti. C’è ancora tempo. Per ora, la griglia di partenza di questo primo gran premio non è cambiata dall’ultima di un anno fa. Tutti i piloti sono sulle stesse macchine. Non era mai successo nella storia recente della F1.

Sarà la più lunga stagione mai disputata con un primato di 24 gare in 21 Paesi. Nessuna località nuova; tutto già visto, già testato, già provato. Compresi i rientri del Gran premio in Cina dopo la pausa legata al covid e soprattutto di quello di Imola, dopo che l’Emilia-Romagna nel 2023 aveva dovuto rinunciare per via dell’alluvione. «Troppe», ha detto il tri-campione del mondo Max Verstappen riferendosi alle gare in calendario. E il fatto che uno come Verstappen storca il naso potrebbe servire a modificare l’assetto in futuro. Nel frattempo Las Vegas, tornata in calendario lo scorso anno, mantiene il suo posto come gara del sabato. E così succederà con Bahrain e Arabia Saudita per conciliare l’evento sportivo con il Ramadan.

Contro il calo di interesse

È però proprio nelle pieghe di questo Mondiale di passaggio che rischiano di nascere le sorprese di domani. Da capire se il merito di queste incertezze andrà alle 6 gare Sprint in programma: Cina, Miami, Austria, Stati Uniti, Brasile e Qatar. Si sta valutando un cambio di formato. L’obiettivo della F1 e dei suoi manager è, si legge in una nota, «un aggiornamento del format per razionalizzare ulteriormente il fine settimana separando le attività della Sprint da quelle del Gran Premio». In fin dei conti, in questa terra di mezzo che è l’anno 2024, l’idea sembra una soltanto: trovare strade mai battute per rendere più avvincente il formato del Circus.

Se le presenze sui circuiti continuano a essere eccellenti, i dati televisivi calano. Nel 2023, in Italia, i dati Auditel hanno fotografato una situazione quantomeno allarmante. Un down costante di appassionati si registra da almeno dieci anni, è vero. Ma l’ultima è stata la stagione di F1 meno vista in Italia da quando vengono rilevati i dati: si parla di una media di 2.185.000 telespettatori considerando tutti i gran premi in programma, addirittura 200.000 unità in meno rispetto a quattro anni fa. La fenomenologia dell’ascoltatore medio attribuisce la colpa all'impero Red Bull, con Verstappen sul podio 21 volte (19 successi) su un totale di 22 gran premi. Un dominio a prima vista valutato come esaltante, poi banalizzato dalla normalità e infinite divenuto quasi soporifero tanto da far cambiare canale.

La Ferrari

Difficile che il 2024 possa rinnovare di molto le aspettative dei fan, il rimescolamento reale avverrà solamente tra un anno. In questo, la Red Bull sarà ancora la squadra da battere e Mad Max il pilota in grado di fagocitare tutto al netto dei duelli da singolo week-end. Un’incertezza troppo fragile per aspettarsi fuochi d’artificio su ogni circuito. Un Mondiale per molti già segnato, insomma. Ragioni che spostano l’attenzione su altro, sull’anno che verrà. I test di inizio stagione hanno comunque detto che la Ferrari qualche passo avanti lo ha pure fatto, anche se la competizione face-to-face con le Orange è da escludere trovando spazio solo ai limiti dell’utopia.

Nessuno scommette che la Rossa di Maranello avrà il passo per prendersi la scena in toto. Ma i miglioramenti ci sono stati eccome, sia in termini di degrado gomme sia di guidabilità. Mica poco. E forse limature sono state prodotte anche riguardo a quel famigerato passo gara, aspetto in cui l’anno scorso la Ferrari pagava troppo nei confronti della Red Bull. Su questo, soprattutto, si basa la speranza di Leclerc e di Sainz. Della Mercedes si sa meno. E il mistero contribuisce a renderla una potenziale avversaria per Verstappen. Il tetto massimo dei costi del 2023 era di 135 milioni di dollari e rimarrà lo stesso sia per il 2024 che per il 2025. Nel 2022 tutte e 10 le scuderie avevano rispettato il limite, dopo che nel 2021 la Red Bull era stata trovata non conforme per una spesa eccessiva che le è costata una multa di 7 milioni di dollari. Non fu sufficiente a far sbandare la scuderia.

Più incisivo potrebbe rivelarsi il caso di Chris Horner. Il team principal della Red Bull, accusato da una dipendente di comportamenti sessualmente inappropriati, rischia di essere un terremoto che porta scompiglio nel box.

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La promessa: Kimi Antonelli

Più dei soldi e del gossip il discorso trasla inevitabilmente sui piloti, i veri paladini della velocità, gli unici che possono rendere anche questa annata più elettrizzante delle previsioni da bar. A cominciare da Hamilton. Il pilota britannico ha confessato: «Non ho parlato a nessuno della Ferrari. Non l'ho detto ai miei genitori fino al giorno in cui è stato annunciato. Quindi nessuno lo sapeva». La notizia è stata un’epifania. Tutti non vedono l’ora che Hamilton atterri a Maranello: un marziano interessato alla moda e alla musica, devoto ai diritti umani e abile comunicatore, un vegano nella food valley, che si prenderà la scena nella scuderia più internazional-popolare che c’è, la Ferrari. Insomma, l’agnizione di Schumacher, perfetto nel suo stile austero e rigoroso.

Tra l’adesso e quel momento c’è il 2024. Un anno in cui moltissimi piloti vanno in scadenza: da Sergio Pérez (Red Bull) a Carlos Sainz (Ferrari) passando per Fernando Alonso (Aston Martin). L’elenco è lunghissimo. Un anno, questo, in cui un pilota come Kimi Antonelli proverà a guadagnarsi un posto tra i grandi della F1. Bisogna risalire al 2021 (GP di Abu Dhabi) per rivedere un pilota italiano in griglia di partenza. All’epoca era Antonio Giovinazzi. Oggi, anche se in Formula 2, tocca ad Antonelli. Proprio l’addio di Hamilton nel 2025 potrebbe rivelarsi propizio. Toto Wolff e la Mercedes puntano sul talento del pilota bolognese classe 2006 che finora ha bruciato le tappe nelle categorie propedeutiche conquistando vittorie al primo colpo tanto da guadagnarsi il doppio salto: dalla Formula Regional alla F2 senza passare dalla Formula 3.

Parla già come un veterano: «Non voglio dare troppe aspettative perché il campionato è molto difficile e per me sarà un grande salto. Ovviamente l'obiettivo è quello di vincere, poi si vedrà nel corso della stagione dove saremo». Altre curiosità riempiono lo spazio dell’attesa. Per esempio vedere se Lewis risparmierà colpi alla Rossa o ne darà di santa ragione, se il duello con Leclerc diventerà patto per il successo o un atto fratricida. Come lo si voglia girare, anche quest’anno Lewis è il centro di gravità permanente.

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