Via libera dell'Aula della Camera alla proposta di legge sul salario minimo, dirottata dalla maggioranza rispetto al testo originario proposto dalle opposizioni. Il maxiemendamento aveva provocato il ritiro delle firme da parte di Pd e M5s. I voti a favore sono stati 153, 118 i contrari, 3 gli astenuti. Il testo passa ora al Senato.

Le opposizioni sono tornate a farsi sentire sul provvedimento: «Gli stipendi e i salari non sono aumentati e la vostra scelta di affossare il Salario minimo vuol dire che vi sta bene che ci sia lavoro povero. Non avete letto le sentenze compresa quella storica della Cassazione che dice che non basta la contrattazione collettiva a garantire salari dignitosi. Dei nuovi 441 nuovo contratti, solo 25 sono stati sottoscritti da organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative» ha detto la segretaria dem Elly Schlein. «Ho sentito la presidente Meloni dire che la questione del Salario minimo la fa sorridere: si deve vergognare. Questa legge delega schiaccia l'opposizione per non darle il merito di aver messo sul tavolo un provvedimento ampiamente condiviso dai cittadini di questo Paese, compresi gli elettori di FdI» ha aggiunto Valentina Barzotti del M5s. Il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni al termine del suo intervento si è voltato in protesta, dando le spalle ai colleghi della maggioranza. 

Il voto

La votazione è stata tutt’altro che tranquilla: ci sono stati bagarre e cartelli in Aula alla Camera a minuti dal voto finale sul Salario minimo. Il vicepresidente Rampelli ha dovuto sospendere la seduta. Alcuni deputati di opposizione hanno esposto cartelli con la scritta "Salario minimo negato". Walter Rizzetto (Fdi) aveva appena finito la propria dichiarazione di voto quando molti hanno deciso di occupare con i loro cartelli i banchi del governo: Matteo Mauri del Pd si è seduto accanto al sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon.

Dopo una breve sospensione, la seduta è ripresa con i commessi che hanno cominciato a togliere dalle mani dei deputati i manifestini, e il vicepresidente Rampelli ha indetto la votazione finale: i deputati sono tornati a posto, tranne un piccolo capannello a destra. Un deputato M5s, Marco Pellegrini, e uno di Fdi, Salvatore Deidda, stanno venendo alle mani e li separano alcuni colleghi, tra cui il vicepresidente Giorgio Mulè. Indetta la votazione, la proclamazione del risultato è stato impossibile da sentire, tali sono le urla.

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