Piena e totale comunione d’intenti con il piano di remigrazione tra la Lega e gli organizzatori del Remigration summit. A poche ore dall’inizio del summit degli estremisti neri al Teatro Condominio a Gallarate, il vicesegretario della Lega - il generale Roberto Vannacci - ha espresso il pieno sostegno all’iniziativa.

La location confermata, gli orari modificati. Gli organizzatori del Remigration avevano annunciato il cambio di svolgimento del summit dal pomeriggio al mattino di sabato 17 maggio. Stamane, alle 7.30, la certezza: il summit, già blindato dalle camionette delle forze dell’ordine, è iniziato alle 9 al Teatro Condominio "Vittorio Gassman", in centro a Gallarate (Varese). Venerdì 16 maggio, il sindaco leghista Andrea Cassani aveva dichiarato di non sapere se fosse stato concesso e che l’ultima parola sarebbe spettata alla Prefettura ma, il teatro, è di proprietà del Comune di Gallarate. Partito democratico, Obiettivo Comune Gallarate, Lista Silvestrini e Città e vita hanno prodotto un comunicato in cui chiedevano di non fornire la location comunale al summit nero. I gruppi hanno dichiarato: «È inaccettabile che il sindaco di una città tranquilla e laboriosa possa non opporsi al fatto che Gallarate ospiti questo raduno di estremisti pericolosi. Ed è ancor più grave il fatto che il silenzio complice di Cassani riguardi l'ipotesi di concessione di un teatro pubblico».

Summit e Lega

Le strade intorno al teatro bloccate da camionette e le forze dell’ordine. È iniziato il summit nero. Presenti tutti i partecipanti e gli speaker confermati in cartellone negli scorsi giorni. Il lobbysta xenofobo austriaco Martin Sellner, l’organizzatore italiano del summit Andrea Ballarati, l’attivista di destra Eva Vlaardingerbroek, il politico della National Front francese Jean Yves Le Gallou, Afonso Gonçalves, attivista attivista nazionalista portoghese e, non per ultimo, il nazionalista belga ed ex deputato Dries Van Langenhove. È intervenuto, tramite videomessaggio, anche il vicesegretario della Lega, il generale Roberto Vannacci: «Vi do il mio sostegno». Ha poi aggiunto: «La remigrazione non è uno slogan ma una proposta concreta. Vuol dire mettere al centro gli italiani, gli europei. È una battaglia di libertà e civiltà, di sicurezza, che è il vero spartiacque fra destra e sinistra».

Sardone e i muezzin

Un videomessaggio anche dall’altra vicesegretaria, fresca di nomina, l’eurodeputata Silvia Sardone: «Gli esponenti del Pd di democratico hanno poco». «Si arrogano il diritto di decidere chi può manifestare, riunirsi organizzare un discorso perché ovviamente per loro organizzare un incontro è possibile solo se il pensiero è esattamente il loro, altrimenti no - ha commentato -. E si mettono in cattedra come moralizzatori, loro che vanno a braccetto con i centri sociali e gli antagonisti. Non accettiamo lezioni da questa gente». «In tutta Europa vediamo donne con il velo islamico che non possono uscire di casa senza il permesso del marito. Io abito in periferia di Milano, in alcune vie già adesso non è possibile vedere donne con il volto scoperto, moltissime non parlano nemmeno italiano perché non possono studiarlo. Non possono lavorare ed essere libere. Mi chiedo dove siano finite le femministe di sinistra sempre pronte a parlare di patriarcato, poi quando il patriarcato, quello vero, è il patriarcato islamico stanno zitte», ha proseguito Sardone. «Non voglio un futuro in cui le croci devono essere nascoste, con il canto del Muezzin nelle strade, non voglio un futuro di veli e non voglio un'Europa che rinnega le proprie radici. Non credo che la soluzione sia quella di indietreggiare da quello che siamo. Oriana Fallaci diceva che ci sono dei momenti nella vita in cui parlare è un obbligo e tacere è una colpa. Io credo che questo sia uno di quei momenti. Quindi - ha concluso - noi a testa alta e con orgoglio dobbiamo ribadire e lottare per quello che siamo e che è la nostra storia».

Presente anche - come aveva preannunciato - il capogruppo in regione della Lega Alessandro Corbetta.

Piena sintonia, dunque, sul tema della remigrazione, ovvero della deportazione di massa delle persone migranti dall’Europa.

D’altronde le dichiarazioni degli scorsi giorni di Salvini e di altri alleati della Lega, come anche l’utilizzo del termine "remigrazione” ad iniziative pubbliche dei propri militanti, avevano fatto intendere una continuità con i temi proposti dagli estremisti di destra. Stamani il sindaco leghista di Gallarate, Andrea Cassani ha detto: «È stato deciso di fare questa manifestazione a Gallarate. Le misure per garantire l'ordine pubblico prese da questura e prefettura sono imponenti e adeguate. Mi auguro che vada tutto bene perché è giusto che tutti possano manifestare le proprie idee».

Reazioni e piazze

Per il senatore Pd Alessandro Alfieri, la gravità della questione è che tutto ciò accade «con il beneplacito del sindaco salviniano Andrea Cassani, che è anche segretario provinciale della Lega. A questo punto è chiaro, ed inquietante, che un evento di questa natura abbia il sostegno della Lega del vice premier Salvini». Alfieri incalza: «Non possiamo tollerare che si promuovano ideologie xenofobe, di ispirazione nazista, in totale contrasto con i principi della nostra Costituzione. Vorremmo chiedere alla presidente Giorgia Meloni cosa pensi del fatto che un partito del suo governo sostenga iniziative come il Remigration summit».

Nella giornata di ieri, il governatore della Lombardia Attilio Fontana aveva commentato il summit nero: «Esiste la libertà di esprimere il proprio parere e di manifestare, per cui mi sembra che non ci siano problemi». Ferma la risposta di Pierfrancesco Majorino, capogruppo dem in consiglio regionale e componente della segreteria nazionale del Pd, che a Domani dice: «Il presidente Fontana ha perso un'occasione per tacere. Per lui la libertà d'espressione è inneggiare al nazifascismo. La cosa non mi stupisce del resto è lo stesso Fontana che non ha dato vita a un minuto che fosse uno di ricordo e celebrazione del 25 aprile in occasione dell'ottantesimo. Uno spettacolo indegno».

Majorino commenta anche il video intervento del vice segretario della Lega: «Il saluto di Vannacci è il degno coronamento. La lega si sta collocando a tutta velocità all'estrema destra. Il problema sono le altre forze politiche che fanno finta di avere una visione diversa delle istituzioni e che ci vanno a braccetto».

Alle 11, in piazza Libertà a Gallarate, è iniziato il flash mob contro il Remigration summit indetto da diverse anime della sinistra cittadina: Partito Democratico, Anpi, Cgil, 5stelle, Avs e Rifondazione Comunista. Sono confermati anche gli appuntamenti antifascisti del pomeriggio. Alle 14.30 il ritrovo delle realtà antifasciste dei partiti e dell’associazionismo cittadino in Piazza San Babila, presente la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, il segretario della Cgil Maurizio Landini, il leader di Alleanza Verdi e Sinistra Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Paola Pizzighini e il segretario di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo. C’erano 30.000 persone; politici, rappresentanti delle associazioni e sindacati hanno letto a turno alcuni articoli della Costituzione.

Scontri con la polizia al corteo antifa

Scontri con le forze dell'ordine sono esplosi a piazzale Cadorna, dove il corteo composto da un migliaio di persone per la protesta “Make Europe Antifa again” ha cercato di forzare il presidio della polizia. Gli agenti in tenuta antisommossa hanno risposto con manganelli e idranti per disperdere i manifestanti, diversi dei quali con il volto coperto. Nel corso del corteo hanno lanciato fumogeni contro il cordone di polizia. Invece di proseguire lungo via Carducci, il corteo ha deviato verso via Leopardi e ha poi svoltato in via Boccaccio, dove ci sono stati nuovi contatti con le forze dell'ordine e un ulteriore utilizzo di idranti per disperdere la folla.

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