La cupola dello sport

La vera storia della rivincita di Schwazer contro i “signori del doping”

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse
Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

Prove e provette manipolate, falsi testimoni, urine “stressate” nei laboratori, processi farsa. Alex non si è drogato. Oggi sappiamo che ad incastrarlo sono stati i boss dell'atletica mondiale

  • Per una volta la Cupola dello sport ha perso e un ragazzo italiano che fa il marciatore si riprende la sua vita. Per cinque lunghi anni è stato dileggiato, isolato, crocifisso. Si intuiva che c'era qualcosa di molto losco sotto, si capiva che i “signori del doping” gli avevano teso un tranello.
  • La sentenza viene dal giudice delle indagini preliminari di Bolzano Walter Pelino che, dopo un'inchiesta che sembrava non finire mai, ha archiviato il procedimento penale a carico di Schwazer “per non avere commesso il fatto”.
  • Il magistrato indaga, allarga un'inchiesta che poi s’incrocia con “il doping di Stato” scoperchiato in Germania e che coinvolge quasi mille atleti russi. I pupari sono i pezzi grossi dell'Atletica mondiale, l'allora presidente senegalese Lamine Diack, uno dei suoi quindici figli Papa Massata, il capo dell'Antidoping Gabriel Dollè.

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