Letizia Battaglia poses for a portrait to promote the film \\\"Shooting the Mafia\\\" at the Salesforce Music Lodge during the Sundance Film Festival on Saturday, Jan. 26, 2019, in Park City, Utah. (Photo by Taylor Jewell/Invision/AP)
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Letizia Battaglia poses for a portrait to promote the film "Shooting the Mafia" at the Salesforce Music Lodge during the Sundance Film Festival on Saturday, Jan. 26, 2019, in Park City, Utah. (Photo by Taylor Jewell/Invision/AP)
  • Nel giorno in cui Giovanni Falcone è saltato in aria non ce l'ha fatta più: «Ho detto basta, quel sabato ho detto basta con i cadaveri di Palermo: a Capaci non ci sono riuscita». E nemmeno cinquantasei giorni dopo, in via Mariano D'Amelio, l'autobomba di Paolo Borsellino. Non c'è una sola foto di Letizia di quell'estate di trent'anni fa.
  • Una foto del 1972, in bianco e nero, mani nodose che coprono un viso, Pier Paolo Pasolini al Circolo Turati di Milano: «L'ho incontrato lì un giorno ma ce l'avevo già dentro e non me lo sono fatto scappare più».
  • Lo scoop: quella foto che ritrae insieme Giulio Andreotti con l’esattore mafioso Nino Salvo.

Palermo è sempre stata dentro di lei e lei è sempre stata dentro Palermo. Letizia è Palermo, prima e dopo. Più di una volta ha provato a mettere distanza, non c'è mai riuscita. È sempre tornata, Palermo era come la sua pelle. Negli ultimi anni attraversava faticosamente la città e, un po' sperduta, chiedeva agli amici: «Ditemi come posso far capire agli altri cos'è la mafia di oggi, io non riesco più a riconoscerla, non so più come fotografarla». Si disperava davanti a una mafia nascosta, quasi

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