Gli incendi non danno tregua in tutta Europa e ad essere interessato è tutto il bacino mediterraneo, a causa principalmente delle alte temperature che fanno da agente scatenante. Se nelle scorse settimane il fenomeno ha interessato principalmente Spagna, Portogallo e Francia, e nonostante in quei luoghi la situazione rimanga ancora critica, ora gli incendi hanno iniziato a divampare anche più ad est.

Un lieve sospiro di sollievo

È stato intanto domato l'incendio scoppiato il 12 luglio nella regione di Gironda, che ha devastato più di 7mila ettari di foresta. La situazione rimane critica in Spagna, dove da giovedì divampa un incendio a Tenerife, favorito da temperature elevate e forti venti. Le fiamme hanno compromesso parte del parco naturale del Teide.

Se in Francia la tensione si è allentata e si provvede a mettere in sicurezza le zone interessate, in Spagna la preoccupazione è ancora dilagante. «Non sappiamo cosa fare e siamo molto nervosi», dicono i residenti che vivono nell'area di Tenerife. Sinora sono stati bruciati circa 2mila ettari di vegetazione e sono state evacuate una cinquantina di case.

Le fiamme avvolgono la Grecia

Sull’isola di Lesbo sono stati evacuati turisti e residente a causa di un incendio scoppiato a ovest dell’isola che si è propagato su due fronti. Un altro incendio è scoppiato nel sud della Grecia, bruciando case in villaggi non lontani dal famoso sito archeologico dell'antica Olimpia e provocando l'evacuazione di sei villaggi. Le autorità hanno inviato messaggi ai residenti lì e in altri quattro villaggi, chiedendo di evacuare rapidamente.

Due incendi minacciano ancora le riserve naturali greche, uno nella regione nord orientale della Tracia, vicino al confine turco, e un altro nella regione della Macedonia occidentale. Altri tre incendi sono scoppiati domenica, uno nella Macedonia occidentale, un altro nella Grecia centrale e il terzo nell'isola di Creta.

(AP Photo/Bernat Armangue)

«Sono 141 gli incendi scoppiati in Grecia negli ultimi tre giorni», ha detto il portavoce dei vigili del fuoco Yannis Artopoios. Sono al lavoro per contenere e spegnere gli incendi anche nella foresta di Dadia, che ospita numerose specie di uccelli rari.

«La crisi climatica è ora evidente in tutta Europa, con particolare intensità nella più ampia regione del Mediterraneo. Il cocktail di alte temperature, raffiche di vento e forte siccità porta inevitabilmente a incendi», ha detto giovedì il portavoce del governo greco Giannis Oikonomou.

Il portavoce ha continuato affermando che «l’Europa deve agire in modo coordinato e rapido per invertire la crisi climatica. La soluzione non può essere data a livello nazionale, perché il problema è transnazionale ed enorme».

Uno sguardo più lontano: la California

Ma gli incendi non riguardano solo l’Europa. Come Oak Fire che sta interessando la California. L’incendio è in rapido movimento ed è stato così denominato per la prossimità con il parco nazionale di Yosemite, sede delle sequoie giganti secolari. Questo incendio è cresciuto a dismisura tanto da diventare uno dei più grandi dell'anno, costringendo circa 3800 persone ad evacuare.
Gli alberi erano stati minacciati da un altro incendio all’inizio di questo mese, ma i vigili del fuoco erano riusciti a salvarli.

La situazione italiana

In Italia, secondo un’elaborazione di Coldiretti su dati Effis, nella prima metà di luglio sono scoppiati almeno tre incendi al giorno, fra Veneto, Toscana e Roma

L'Italia è stata la prima in Europa e seconda al mondo per numero di incendi nel 2021. Secondo uno studio dell’università Cattolica di Roma ci sono stati 1.422 incendi, per un totale di 160mila ettari di superficie bruciati.

Secondo la ricerca, il più grande è stato in Sardegna e ha interessato oltre 13mila ettari di superficie. La siccità estrema che stiamo vivendo sta gettando le basi per la desertificazione, che interessa il 25 per cento della popolazione mondiale; a essere maggiormente coinvolti sono i residenti di alcune regioni del sud Italia, come Sicilia, Puglia e Calabria.

Gli incendi interessano l’economia

Secondo la Bce il cambiamento climatico, prevedendo lo scenario peggiore, potrebbe cancellare oltre il 4 per cento del Pil europeo entro il 2030.
Le ripercussioni non mancano anche nell’economia; un esempio concreto può essere riscontrato nell’agricoltura: vasti terreni devastati dagli incendi compromettono flora e fauna e innescano processi che portano a lunghi periodi per il recupero della vegetazione.

Ricadute sulla salute

Il fumo creato dagli incendi contiene gas nocivi e sostanze chimiche e comporta gravi rischi per la salute. Più tossico dell'inquinamento atmosferico, il fumo può rimanere nell'aria per settimane e viaggiare per centinaia di chilometri.
Alcuni esperimenti di laboratorio hanno dimostrato che una data quantità di fumo provoca più infiammazioni e danni ai tessuti rispetto alla stessa quantità di inquinamento atmosferico, ha affermato Kent Pinkerton, direttore del Center for Health and the Environment all’Università della California.
Inoltre, l’esposizione al fumo provoca più infiammazioni e danni ai tessuti; tassi più elevati di infarti, ictus e arresti cardiaci; aumento delle visite al pronto soccorso per asma e altri problemi respiratorie; e difese immunitarie indebolite.

Ricercatori canadesi hanno riferito a maggio su The Lancet Planetary Health che le persone che vivevano fuori dalle grandi città ed entro 50 chilometri da un incendio avevano un rischio maggiore del 4,9 per cento di contrarre un cancro ai polmoni e un rischio maggiore del 10 per cento di tumore al cervello rispetto alle persone non esposte agli incendi.

APN

Investimenti

Per risolvere il problema incendi bisogna investire e destinare fondi alla prevenzione e al monitoraggio. Servono ricerca scientifica, tecnologie, selvicoltura preventiva e gestione del territorio, ma anche personale, mezzi e materiali.

In Italia ogni anno viene speso quasi mezzo miliardo di euro per lo spegnimento degli incendi tramite canadair. Logistica e gestione operativa di questi aeromobili è affidata annualmente a privati tramite appalti milionari e quindi oneri molto elevati a carico del sistema pubblico.
Secondo il report Spegnere oggi gli incendi di domani del Wwf, per risolvere i problemi di costi, trasparenza e tempestività nell’intervento, è necessario provvedere a nazionalizzare la gestione logistica e operativa rendendola pubblica e assegnandola a vigili del fuoco o all'aeronautica militare.

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