I suini rappresentano la più ampia categoria di bestiame allevato nell’Unione europea. Nel 2020 il loro numero è stato stimato in 150 milioni. Il settore è molto diversificato, con enormi differenze nei metodi e nelle dimensioni degli allevamenti tra gli Stati membri: da quelli più piccoli, ove si trovano solo uno o due suini, agli impianti industriali, dove ne sono presenti migliaia; dall'allevamento biologico estensivo alla produzione intensiva convenzionale. Uno dei profili più rilevanti della normativa concernente questo settore riguarda il benessere degli animali, principio giuridicamente tutelato dalla legislazione dell’Unione europea.

La legislazione Ue sul benessere animale

L’atto normativo più rilevante in tema di benessere dei maiali è la cosiddetta Direttiva Suini (2008/120/CE), che stabilisce norme minime per la loro protezione, regolando – tra l’altro - lo spazio vitale per animale, l'accesso permanente all'acqua dolce e al materiale per grufolare e giocare, il livello di luce e rumore. La direttiva contiene anche norme relative a operazioni dolorose come la castrazione e l’amputazione della coda.

Altre normative europee riguardano profili quali la protezione degli animali durante il trasporto (regolamento CE n. 1/2005) e l'abbattimento (regolamento CE n. 1099/2009).

L’indagine del parlamento Ue sui suini

Nel 2020, un documento del parlamento europeo ha operato un’ampia ricognizione circa il settore suinicolo. Da tale analisi è emerso, tra l’altro, il frequente ricorso da parte degli allevatori a reclusione in gabbie e a mutilazioni, in violazione delle norme vigenti sul benessere dei suini, con conseguenti sofferenze degli animali. Basti pensare al taglio sistematico della coda, che è vietato nell’Ue dal 1994.

«Gli audit della Commissione europea condotti in Germania, Paesi Bassi, Italia, Spagna e Danimarca tra il 2016 e il 2018 indicano che dal 95 per cento al 100 per cento dei suini è ancora mozzata la coda. Solo un paio di Stati membri rispettano il divieto (Svezia e Finlandia)». Questi animali patiscono dolori anche durante il trasporto e la movimentazione pre-macellazione, nonché nel periodo di gestazione.

L'Autorità europea per la sicurezza alimentare

Nell’agosto 2022, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha espresso un parere relativamente al benessere negli allevamenti di suini. Il parere era stato richiesto all’Efsa dalla Commissione europea ai fini della formulazione di una proposta legislativa, prevista entro la seconda metà del 2023, per la revisione della legislazione sul benessere degli animali da allevamento, elemento cruciale nel quadro della cosiddetta strategia UE “Dal produttore al consumatore” (From farm to fork, F2F).

L’Efsa ha descritto nel complesso 16 conseguenze negative per il benessere dei suini in vari sistemi di allevamento - tra cui limitazioni nel movimento, stress da caldo o da freddo e fame o sete prolungate - con i relativi indicatori diretti di benessere (ABM), esponendo i pericoli che gli animali corrono. L’autorità ha altresì individuato le misure da mettere in atto per prevenire o correggere i pericoli e attenuare le conseguenze di particolare rilievo per il benessere degli animali, con una serie di raccomandazioni particolareggiate per migliorare la loro situazione.

Le modifiche legislative

Nel 2020, nell’ambito dell’iniziativa Green Deal e della strategia Farm to Fork, promosse dall’Ue per un’agricoltura e sistemi alimentari più sostenibili, la Commissione europea si era impegnata a rivedere la legislazione sul benessere degli animali. Ma – come denunciato da una serie di organizzazioni italiane aderenti a Eurogroup for Animals - «secondo il programma di lavoro trapelato a Bruxelles, la Commissione non ha incluso le proposte promesse per l’aggiornamento delle ormai antiquate normative di protezione degli animali allevati, impegnandosi a presentare solo una proposta per modificare il regolamento sui trasporti di animali vivi», entro dicembre 2023.

Restano, quindi, in sospeso una serie di normative, come quelle sulla macellazione e sull'etichettatura. Manca anche la proposta per il divieto dell’allevamento in gabbia, cui la Commissione si era impegnata, formalmente e pubblicamente, nel 2021 in risposta all’Iniziativa dei Cittadini (ICE) “End the Cage Age” (Basta animali in gabbia), firmata da 1,4 milioni di cittadini.

Questo significa che la pubblicazione delle proposte potrebbe passare nelle mani della prossima Commissione. Nel mentre, essendo inapplicata la normativa vigente, come attestato dalla stessa Ue, molti milioni di animali resteranno non protetti.

© Riproduzione riservata