In prima serata mercoledì 30 ottobre, Cazzullo ripercorre, con amici, esperti e testimoni, la notte in cui Pier Paolo Pasolini è stato ucciso. Il ruolo dell’assassino Pino Pelosi, le incongruenze, i misteri
Il ruolo di Pino Pelosi e il suo reale coinvolgimento nella morte di Pier Paolo Pasolini al centro della puntata di mercoledì 30 ottobre di Una giornata particolare con Aldo Cazzullo, in prima serata su La7. Cazzullo ripercorre l’ultima notte dello scrittore e regista attraverso le testimonianze di amici e testimoni come Walter Veltroni, Furio Colombo e Dacia Maraini. Intervengono anche come esperti Francesca Fagnani e Stefano Maccioni, avvocato che nel 2009 contribuì a far riaprire l’inchiesta sul caso, portando una luce diversa sul delitto e sulla figura di Pasolini.
La puntata indagherà quindi la figura di Pino Pelosi che è stato riconosciuto come esecutore materiale dell’omicidio dello scrittore, trovato morto la mattina del 2 novembre del 1975, a bordo di un Alfa Gt. Non solo però, come avevano messo in luce anche i primi giornalisti che investigarono, Furio Colombo e Oriana Fallaci, Cazzullo racconta come non solo Pelosi non avrebbe potuto uccidere Pasolini da solo, ma la sua stessa partecipazione all’evento è messa in discussione. A scagionarlo vi è il dna ritrovato nella macchina di Pasolini, riconducibile a tre persone, coloro che potrebbero essere i veri responsabili, mai trovati o, forse, mai cercati. Chi fu quindi il mandante? Perché Pasolini è stato ucciso? Forse c’entravano gruppi fascisti o le sue indagini sulla morte di Enrico Mattei?
Sono molte le domande che avvolgono ancora la misteriosa morte dell’intellettuale.
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