INTERVISTA AL REGISTA

Marco Bechis: «A Santa Maria violenza di stato e impunità. Un film già visto»

(Il regista Marco Bechis fotografato da Stephanie Cornfield)
(Il regista Marco Bechis fotografato da Stephanie Cornfield)
  • Marco Bechis, regista, nel 1977 è stato un desaparecido. Ha elaborato il sequestro e le torture con film come Garage Olimpo e con un libro appena uscito. 
  •  «C’è qualcosa che unisce la mia storia, il G8 e i pestaggi in carcere a Santa Maria Capua Vetere», dice. È la violenza di stato, la burocratizzazione del male e «quella forma di violenza sociale che è l’impunità» e che si nutre del nostro disimpegno civile e politico.
  • Non bastano le immagini per raccontare quella violenza. Bechis, da regista, riflette sul fatto che non basta mostrare per trasmettere un’esperienza. Le parole sono importanti. 

Il 19 aprile 1977 Marco Bechis ha vent’anni. Riconosce la paura dall’odore. È l’«odore acre di sudore» dei militari argentini che lo sequestrano a Buenos Aires. Più di vent’anni dopo, per raccontare le torture subite usa le immagini. Garage Olimpo del 1999 è tra le sue opere più note. Una pellicola ancora attuale, che con Figli/Hijos viene riproposta domani al parco della Cervelletta di Roma, nella rassegna organizzata dai ragazzi del Cinema America. Per fare i conti con quel giorno del 1977, p

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