Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato una dichiarazione oggi ricordando i trent’anni dalla «notte delle bombe» di Milano e Roma. La notte che ha rappresentato il colpo di coda della fazione stragista della mafia.

Alle 23.15 del 27 luglio 1993 esplodeva a Milano un ordigno nei pressi del padiglione di arte contemporanea in Via Palestro. Perderanno la vita un vigile urbano e tre pompieri, accorsi per la segnalazione della fuoriuscita di fumo sospetto da una Fiat Uno, come anche Moussafir Driss, un veditore ambulate colpito da una lamiera mentre dormiva su una panchina. 

Poco meno di un’ora dopo altre due bombe esplodevano a Roma, prima in piazza San Giovanni in Laterano e poi davanti la chiesa di San Giorgio in Velabro, causando il ferimento di venti persone e gravissimi danni alle due chiese.

Le parole del presidente

Mattarella inizia ricordando le vittime della strage di Via Palestro e i feriti di Roma «Alle vittime innocenti dello stragismo mafioso va il deferente pensiero della Repubblica, mentre rivolgo ai loro familiari sentimenti di intensa solidarietà e vicinanza».

Il presidente analizza poi gli anni che portarono a quella tremenda notte, anni in cui la mafia colpiva duramente e anche in una maniera scenografica che mai si era vista prima, perché passasse forte il suo messaggio.

Mattarella prosegue infatti dicendo che «quelle bombe erano parte di una strategia terroristica che ha avuto il culmine negli agguati a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e che è proseguita fino a colpire siti artistici prestigiosi» e aggiunge «si è trattato di una sfida alla nostra convivenza civile, tentativo di piegare lo stato democratico».

Ma il presidente ricorda anche che quella «logica criminale è stata respinta» e lancia un monito perché non ci si dimentichi mai che la democrazia è la parte giusta della storia ma va difesa. «Libertà e democrazia vadano continuamente difese, giorno dopo giorno, dalle varie forme di illegalità, dalle incursioni criminali e dai tentativi di sconvolgere la libertà» dice Mattarella.

La chiusura del discorso che il il capo dello stato ha rivolto al paese è ottimista: quel piano eversivo è stato sconfitto dalle istituzioni e dalla «dignità di un popolo che non ha rinunciato alla sua libertà» ecco che «l’esperienza ha dimostrato che sconfiggere le mafie è possibile» conclude Mattarella.

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