- Se nei giorni scorsi Nordio aveva richiamato il parlamento a non «essere supino e acquiescente a quello che sono le affermazioni dei pubblici ministeri», Mattarella ricorda che anche la magistratura ha, con buona pace dei politici, la sua autonomia.
- Un avvertimento, o più semplicemente un modo per ricordare al governo che qualsiasi riforma che verrà fatta in materia di giustizia non può spingersi oltre certi limiti.
- Certo, Mattarella non ha perso l’occasione per ricordare che quella che si è chiusa ieri (oggi l’elezione del nuovo vicepresidente) è stata «una consiliatura complessa, segnata da gravi episodi che l’hanno colpita».
Il commiato dei membri uscenti del Consiglio superiore della magistratura non poteva cadere in un momento migliore. O peggiore se si guarda l’appuntamento dal punto di vista di Giorgia Meloni e della maggioranza di governo. Da giorni Lega, FdI e FI discutono, senza risparmiarsi colpi bassi, del tema della giustizia. Aiutati anche dal ministro competente, Carlo Nordio, che alla prima occasione utile ha introdotto nella discussione temi che nei migliori dei casi, come la storia recente insegn


