La prima prova dell’esame di stato non è ancora finita ma ha già suscitato polemiche. Una delle tracce del tema d’attualità riprendeva una lettera del 2021 indirizzata all’allora ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che chiedeva la reintroduzione degli scritti all’esame di stato come mezzo per ridare «credibilità alla scuola» e «trasmettere agli studenti il messaggio di serietà e autorevolezza che si aspettando da parte degli adulti». 

Bianchi ha dichiarato di aver «trovato inaudito e offensivo» l’accaduto e lo ha definito di «una sconcezza e scorrettezza infinite» aggiungendo che si tratta di «un attacco diretto nei miei confronti senza motivo». L’ex ministro sostiene che questa traccia è scritta in maniera da far passare lui come una «burletta» e inoltre ritiene che sia anche «irrispettosa e diseducativa» per i ragazzi perché trova «inaudito che nelle prove d’esame si debba commentare un testo scritto non si sa da chi».

L’attuale ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha chiamato Bianchi: «La lettera rappresenta uno spunto di cronaca per stimolare nei ragazzi una riflessione su che cosa rappresenti la maturità e sulla sua impostazione, in particolare dopo l'esperienza del Covid. Nessun intento politico né tantomeno denigratorio», ha detto Valditara.

Bianchi ha dettp di non pentirsi assolutamente della scelta di far sostenere ai ragazzi un’unica prova orale nel 2021, anno del suo insediamento in «piena epoca pandemica». Soluzione che, Bianchi ricorda, è stata adottata anche dall’attuale ministro dell’Istruzione per l’esame di maturità che si svolge nei comuni alluvionati dell’Emilia-Romagna.

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