Approfittavano dei fondi messi a disposizione dal governo con il decreto rilancio per intascare 440 milioni di euro in falsi crediti
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La Guardia di finanza sta eseguendo, dall’alba del 31 gennaio, nell’ambito di quella che è stata chiamata operazione «Free credit», una serie di misure di custodia cautelare e interdittive nei confronti di 35 persone. In totale sono 78 gli indagati. Sono imprenditori e commercialisti, responsabili di aver creato e commercializzato falsi crediti d’imposta per un valore di 440 milioni di euro.
- Gli artefici della maxi truffa si erano avvalsi delle misure di sostegno emanate dal governo con il decreto rilancio (dl 34/2020) per aiutare le imprese e i commercianti in difficoltà durante la fase più acuta dell’emergenza sanitaria da Covid-19, per intascare 440 milioni di euro in falsi crediti.
- L’organizzazione criminale aveva base operativa a Rimini ma era ramificata su tutto il territorio. L’operazione ha interessato diverse regioni: Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino e Veneto.
- La mega truffa coinvolgerebbe 35 persone, per otto delle quali sono state disposte misure di custodia cautelare in carcere, mentre per quattro i domiciliari. Venti imprenditori sono stati interdetti dall’esercizio di impresa e tre commercialisti dall’esercizio della professione.
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Sono in corso 80 perquisizioni e il sequestro dei falsi crediti, e dei beni e assetti societari per il reato di indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato. Tra loro, in nove avevano presentato domanda di reddito di cittadinanza. Tre avevano precedenti per associazione a delinquere di stampo mafioso.
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