L’operazione comporta la cessione della partecipazione in Generali e il simultaneo investimento per 6,3 miliardi. Con questa mossa la banca d’affari di Piazzetta Cuccia tenta di spiazzare il tentativo di scalata, tramite un’altra ops, tentata da Mps, con cui Caltagirone e la famiglia Del Vecchio, sponsorizzati dal governo, puntano proprio a prendere il controllo della quota del 13,1 per cento nella compagnia d’assicurazioni oggi messa in vendita
Nuovo colpo di scena nello scontro tra i maggiori gruppi bancari del paese. Questa mattina prima dell’apertura della Borsa, Mediobanca ha annunciato un’offerta pubblica di scambio per acquisire l’intero capitale di Banca Generali, controllata dall’omonimo gruppo assicurativo.
L’operazione vale 6,3 miliardi di euro e, come si legge in un comunicato ufficiale diffuso dalla banca d’affari, “comporta per Mediobanca la cessione della partecipazione in Generali ed il simultaneo investimento in Banca Generali”. In pratica, il valore della partecipazione nella compagnia di assicurazioni, pari al 13,1 per cento, si è allineato a quello della sua controllata bancaria.
Di conseguenza il valore delle attività di Medioobanca, al termine dell’operazione non è destinato a cambiare. Questo è un particolare importante, perché la società guidata dall’amministratore delegato Alberto Nagel è a sua volta oggetto di un’ops lanciata dal Monte dei Paschi e quindi, in base alle norme della cosiddetta passivity rule, non può modificare il perimetro dei suoi asset. Per lanciare l’offerta su Banca Generali, che potrebbe partire a settembre, basterà quindi il via libera dell’assemblea ordinaria, che è stata convocata per il 16 giugno. Grazie a questa operazione, Mediobanca rafforzerà notevolmente l sua posizione nella gestione di patrimoni, un’attività da cui, a offerta conclusa arriverà oltre la metà degli utili aziendali.
Adesso invece il 30 per cento dei profitti viene realizzato grazie ai dividendi del 13 per cento detenuto in Generali. D’altra parte, l’ops annunciata oggi avrà l’effetto di complicare i piani di Francesco Gaetano Caltagirone e della famiglia Del Vecchio, grandi azionisti di Mps (ma anche di Generali e della stessa Mediobanca), che grazie all’opa lanciata da Mps su Mediobanca avrebbero di fatto preso il controllo del 13,1 per cento Generali, diventandone soci di riferimento. Adesso invece se quel 13,1 per cento verrà tolto dal piatto, perché scambiato con Banca Generali, i due scalatori, sponsorizzati dal governo, si troverebbero a mani vuote. A meno di altre sorprese, che non sono affatto da escludere, visto quello che sta succedendo da sei mesi a questa parte.
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