Un pullman che precipita per trenta metri nella scarpata. Forse per un malore del conducente. Una strage: 21 morti – di cui due bambini e un neonato – e 15 feriti, undici dei quali ricoverati in terapia intensiva. L’autobus di proprietà de La Linea, noleggiato dal  campeggio turistico “Hu” di Marghera per il servizio di navetta, stava percorrendo il cavalcavia della bretella che da Mestre porta verso Marghera e l’autostrada A4 quando è precipitato poco prima delle 20 vicino ai binari della stazione di Mestre.

Le batterie del mezzo, a trazione elettrica, hanno preso subito fuoco dopo l’impatto. Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, subito sul posto, parla di «scenario apocalittico». Proclamati tre giorni di lutto cittadino. Ma il governatore della regione, Luigi Zaia, chiede il «lutto nazionale».

I soccorsi

È scattato il protocollo delle grandi emergenze, con l’allerta di tutti i pronto soccorso della zona e il richiamo del personale in servizio. Le vittime sono tutte state estratte dal pullman, che verso le 5 del mattino è stato rimosso da sotto il cavalcavia. «È stato un lavoro complicato» hanno riferito i soccorritori, che parlano di «una tragedia di giovani, salvo qualche adulto».

A dare soccorso anche due operai della Fincantieri. Uno dei due, il cittadino gambiano Boubacar Toure, intervistato dal Tg3 ha raccontato di aver aiutato i vigili del fuoco a portar via quattro persone tra cui una bambina e la sua mamma.

A bordo moltissimi turisti, soprattutto tedeschi e ucraini, quattro di loro sono morti, altrettanti sono ricoverati negli ospedali di Mestre, Treviso e Padova. Il consolato ucraino a Milano ha attivato la sua hotline di emergenza stabilendo i contatti con i parenti di alcune delle vittime e dei feriti.

ANSA
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Il guard rail

 A far pensare a un malore del conducente, l’assenza di segni di frenata sull’asfalto, ma anche le immagini delle telecamere di sorveglianza. Chi ha visto il video dice che l’autobus elettrico effettua una manovra «eccessiva» o «impropria». Lo stesso commento lo ha fornito anche un testimone oculare che era alla guida di un veicolo che viaggiava dietro al bus.

L’Asaps, associazione che si occupa di sicurezza stradale, ha puntato il dito contro il guard rail, giudicandolo «troppo basso per contenere un veicolo di quel peso».

Massimo Fiorese, amministratore delegato de La Linea, ha riferito che «l’autobus era nuovo e l’autista era bravo» perciò pensa «che l’autista abbia avuto un malore», «altrimenti non me lo spiego» aggiunge e commentando le immagini ha detto: «si vede il pullman che poco prima di cadere dal cavalcavia, rallenta e frena. È quasi fermo quando sfonda il guard rail». 

Così dicendo, anche  l’amministratore delegato solleva dubbi sulla funzionalità del guard rail a protezione del cavalcavia che «è quasi una ringhiera» sostiene. Ma il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, in un’intervista a SkyTg24 ha risposto che «non è un problema di guard rail», aggiungendo «ho sentito che i Vigili del Fuoco parlavano delle batterie elettriche che prendono fuoco più rapidamente di altre forme di alimentazione, in un momento in cui qualcuno dice tutto elettrico forse uno spunto di riflessione si deve fare».

Il progetto per rifare il guard rail

Eppure quel guard rail aveva già sollevato dei dubbi in passato, tanto che il comune di Venezia aveva considerato  un progetto di demolizione e di rifacimento della struttura a partire dal 2021, anno in cui erano giunte numerose segnalazioni da parte di automobilisti sulle condizioni della struttura.

All’Ansa l’assessore comunale ai trasporti Renato Boraso ha confermato che «nel progetto da oltre 6 milioni di euro di rifacimento del cavalcavia erano compresi anche un nuovo guard rail e la modifica del parapetto».

Il secondo mezzo

Il prefetto di Venezia, Michele Di Bari, ha detto nella conferenza stampa convocata questa mattina che «è al vaglio della magistratura l’ipotesi che nell’incidente possa essere coinvolto anche un altro mezzo»

E infatti dal filmato della telecamera della Smart Control Room del comune, posizionata alla base della rampa che da Mestre porta a Venezia e ritrae la sommità del cavalcavia, nel tratto in discesa verso la bretella per l’autostrada A4.

Si nota il bus affiancarne un altro, presumibilmente fermo al semaforo che piega a sinistra, verso Marghera, e che ha la freccia inserita. Subito dopo si nota il pullman della strage piegarsi e cadere, mentre l’altro aziona improvvisamente lo stop. Non si intravvedono altri veicoli davanti a essi.

La procura di Venezia ha però assicurato che il secondo mezzo è stato solo affiancato dal pullman e che i due veicoli non si sono toccati. Anzi l’autista del secondo bus è stato «il primo a dare i soccorsi – ha detto il procuratore Bruno Cherchi – è stato lui che lanciato un suo estintore verso il mezzo precipitato, che sprigionava fiamme».

Le indagini

Nel frattempo la procura di Venezia ha aperto un fascicolo per il reato di omicidio plurimo stradale e ha acquisito le due scatole nere del pullman. Sotto indagine, oltre al guard rail, anche lo stato del manto stradale. Fiorese ha infatti specificato che il bus precipitato è fornito oltre che di una scatola nera, anche di «un impianto che ha registrato dati, come quelli relativi alla velocità, alla posizione e alla frenatura, che restano salvati in cloud per sei mesi e messi a disposizione in tempo reale del Comune di Venezia».

Comunque sotto indagine, oltre al guard rail, c’è anche lo stato del manto stradale.

Gli agenti della questura hanno invece ottenuto la lista degli ospiti del campeggio turistico per identificare le vittime. Per ora sono state identificate otto vittime e undici feriti. La procura ha detto che per indentificare le restanti verrà usato il Dna.

La procura sta già sentendo i feriti ma solo «tre o quattro sono in grado di parlare» ha detto Cherchi. Le testimonianze comunque escludono che il bus precipitato andasse veloce. Cherchi riporta infatti che «I testimoni hanno detto che il mezzo andava piano, il tratto stradale prima è in salita e comunque, oggettivamente, non permette alte velocità», ma ha aggiunto che «arriveranno i dati a certificare anche questo».

Secondo Fiorese la corsa era stata prenotata per 16 persone, «ma evidentemente sfortuna ha voluto che sia salito anche qualcuno che non aveva prenotato e quando ha visto l’autobus arrivare, bello grande, con tanti posti, è montato lo stesso» ha detto l’amministratore delegato.

Le reazioni

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha telefonato al sindaco Brugnaro per esprimergli il suo cordoglio. Stamattina a palazzo Madama in apertura dei lavori, i senatori hanno osservato un minuto di silenzio.

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni ha espresso «profondo cordoglio», «personale e del governo tutto». «Il pensiero va alle vittime e ai loro famigliari e amici». Il ministro Matteo Salvini ha fatto sapere di essere in stretto contatto con le autorità locali.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ha espresso «le più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime e ai feriti», insieme alla vicepresidente Margaritis Schinas che ha manifestato «le condoglianze a nome di tutta la Commissione al popolo italiano», e al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che in un tweet ha scritto in italiano di «essere profondamente addolorato per il terribile incidente».

In tutte le sedi regionali del Veneto verranno esposte le bandiere a mezz’asta, in segno di lutto pubblico. Zaia, ha detto: «Appena saputa la notizia mi si è gelato il sangue». «Ci troviamo di fronte a una tragedia che ha pochi eguali in Europa». Il presidente leghista ha chiesto che si faccia chiarezza sull’accaduto il prima possibile e ha annullato tutti gli impegni istituzionali.

I precedenti

Non è la prima volta che si legge di pullman finiti fuori strada. In trent’anni sono stati cento i morti in pullman precipitati da viadotti e scarpate in Italia. Dieci anni fa quaranta persone morirono in un pullman precipitato per quaranta metri dal viadotto Acqualonga sull'autostrada A16, a Monteforte Irpino. Il sito dell’Asaps riporta incidenti del genere che si sono susseguiti in Italia.

Il 16 febbraio 2010 un autobus francese in gita scolastica in Italia cadde in una scarpata vicino a Massa, morirono l’autista, una maestra e un bambino. Altrei dieci bambini rimasero feriti. 

Il 19 gennaio 2009 un pullman di linea che trasportava una sessantina di studenti delle scuole superiori uscì di strada a una curva della Castiglionese, a Fermo, precipitando in una scarpata: non ci furono vittime, ma in 35 rimasero feriti.

A Roma tre anni prima, il 7 febbraio 2006, un bus di agenti commerciali turchi cadde da un muretto sulla Trionfale schiantandosi in un giardino privato. Morirono in dodici, venti i feriti.

Il 26 novembre 1995, un pullman precipitò in una scarpata sulla provinciale tra Assoro e Leonforte, a Enna. Dieci morti e 38 feriti.

Infine, il 6 luglio 1993, sulla statale 244, in Val Badia, vicino a Brunico, un pullman carico di turisti provenienti da Orvieto si scontrò con una Bmw per poi precipitare nella scarpata: morirono in 18, i feriti furono 22.

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