A cinque mesi dal naufragio avvenuto vicino le coste di Cutro lo scorso 26 febbraio e nel quale morirono almeno 94 persone, ci sono importanti novità scaturite dalle testimonianze dei sopravvissuti. Secondo alcuni naufraghi, due elicotteri delle autorità italiane avevano sorvolato l’area di navigazione della Summer Love, il barchino con il quale i migranti erano salpati dalle coste della Turchia in rotta verso le coste ioniche, ben prima dell’avvistamento da parte dell’agenzia europea delle frontiere Frontex.

«Sono emersi dei racconti da parte dei sopravvissuti che sembrano indicare la presenza di un elicottero ore prima che la nave fosse sorvolata dall'aereo di Frontex. Queste testimonianze pervengono da tre sopravvissuti, sono persone originarie dell'Afghanistan, i quali hanno riportato questa testimonianza che sicuramente è meritevole di approfondimento. Bisogna quindi spostare le lancette dell'orologio indietro per quanto riguarda la conoscenza della presenza dell'imbarcazione al largo delle coste calabre da parte delle autorità italiane, in particolare della Guardia costiera. Si tratterebbe di un elemento molto importante per valutare le responsabilità penali e civili», ha detto Marco Bona, legale che difende i familiari di 47 deceduti e di 16 sopravvissuti nel naufragio di Cutro. «Abbiamo fatto indagini e sentito tantissimi sopravvissuti e familiari. Stiamo facendo tutti gli approfondimenti del caso e collaborando con consulenti su questa tragedia, che ci sembra evidente fosse evitabile e scongiurabile», ha aggiunto il legale.

Domani ha pubblicato una lunga inchiesta realizzata insieme ad altre testate internazionali nella quale si dimostrava come sia Frontex sia le autorità italiane erano a conoscenza delle cattive condizioni meteorologiche diverse ore prima del naufragio.

L’inchiesta

Al momento la procura di Crotone ha iscritto nel registro degli indagati sei persone, di cui tre sono agenti della guardia di finanza. L’obiettivo dell’inchiesta è far luce su eventuali rallentamenti nella catena dei soccorsi che hanno poi contribuito al ritardo nei soccorsi.

A maggio sono state eseguite una serie di perquisizioni per cercare di ottenere le comunicazioni private degli agenti indagati che erano di turno nelle ore del naufragio.

La reazione di Salvini e della guardia costiera

Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha risposto alle testimonianze dei naufraghi riportate sui giornali difendendo il ruolo delle autorità italiane: «Solidarietà a donne e uomini della guardia costiera, che anche oggi subiscono una assurda campagna di fango e menzogne per il drammatico naufragio del barcone a Cutro. Insinuare che qualcuno non sia intervenuto di proposito, pur capendo il potenziale pericolo, è un insulto non solo alla guardia costiera ma all'Italia intera».

In mattinata è arrivata anche la risposta della guardia costiera: «In merito alla notizia rilanciata questa mattina da alcune testate giornalistiche, riguardante la presunta presenza in volo il giorno 25 febbraio di un elicottero della guardia costiera italiana, in prossimità del barcone successivamente naufragato a Cutro la mattina del 26 febbraio, si smentisce - come risulta dagli ordini di volo delle basi aeree della Guardia costiera - che ci fossero in volo elicotteri della Guardia costiera italiana, così come invece riportato dalle testimonianze citate dagli stessi quotidiani nazionali».

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