Riportiamo un estratto delle motivazioni della sentenza di condanna a 13 anni e due mesi per il sindaco di Riace Domenico Lucano.

I reati

LUCANO Domenico è stato considerato responsabile dei reati allo stesso ascritti ai capi capi 1), 2) - previa riqualificazione del reato di abuso di ufficio nella fattispecie di cui all’art. 640 bis c.p.-, 5A), 5B.1)-limitatamente all’importo di C 20.674-, 5B.2), 5Bd)- limitatamente all’importo di Cl.830-, 5B.4), 5B.5), 5B.6)- limitatamente all’importo di C 5.764, 5B.9)- limitatamente all’importo di C 1.280,79-, 5B.10)- con riqualificazione della condotta nella forma tentata-, 6), 9.1) limitatamente all’importo di 252.842,78 -, 9.2), 9.3) e 9.4) della rubrica- per l’importo complessivo di C 531.752,27-, i quali sono stati considerati avvinti dal vincolo della continuazione, con conseguente condanna alla pena di anni 10 e mesi 4 di reclusione.

Il medesimo imputato è stato, altresì, considerato responsabile dei reati allo stesso ascritti ai capi 11), 15), 16), 19) — limitatamente al rilascio della carta di identità a favore di ADEKANYE Success- e 20) della rubrica, i quali sono stati ritenuti avvinti dal vincolo della continuazione, con conseguente condanna alla pena alla pena di anni 2 e mesi 10 di reclusione.

Con condanna complessiva dello stesso alla pena di anni 13 e mesi 2 di reclusione, oltre a quella per il pagamento delle spese processuali.

Gli esempi

Sono state già rese note, nella parte generale afferente al trattamento sanzionatorio, le motivazioni per le quali si è proceduto al computo differenziato dei due segmenti di pena sopra indicati, che si impongono per il collegamento probatorio che sussiste tra i due gruppi di reati, che è stato sottolineato nella parte generale di questo lavoro, allorché sono stati illustrati gli effetti dell’applicazione sul processo della sentenza a Sezioni Unite Cavallo.

Nei suoi confronti non si ritengono, poi, applicabili né le circostanze attenuanti generiche, per le motivazioni già esposte, né quelle di cui all’art. 62 n. 1) c.p.- invocate dai suoi legali in sede di discussione- non essendovi alcuna traccia dei motivi di particolare valore morale o sociale per i quali egli avrebbe agito, essendo invece emerso dal contenuto delle intercettazioni che sono state sopra illustrate che la finalità per cui egli operò per oltre un triennio non ebbe nulla a che vedere con la salvaguardia degli interessi dei migranti, della cui presenza egli tuttavia ebbe a servirsi astutamente, a mò di copertura delle sue azioni predatorie, solo allorquando furono resi noti i contenuti di questa indagine, perché fu in quel momento che ebbe la necessità di mascherare le ragioni di puro profitto per le quali ebbe realmente ad operare ( per interesse proprio e degli altri correi), per come si rileva in forma inequivoca dal contenuto delle sue stesse parole emerse dalla complessiva attività tecnica di cui si è prima detto.

Esempi emblematici di questa sua assoluta indifferenza per le sorti dei migranti in relazione alle azioni sottrattive che gli sono state contestate- e che non furono certo commesse per rendere loro una vita migliore- sono costituite dalle frasi che emergono dalla seguenti conversazioni:

-sia da quella del 10.07.2017429 , intercorsa tra lo stesso e CAPONE Fernando Antonio, nel corso della quale egli suggeriva al suo interlocutore che, ove gli avessero chiesto giustificazioni in merito all’acquisto del frantoio ( compiuto mediante sottrazione di considerevoli risorse pubbliche), avrebbe dovuto dire- seppur contrariamente al vero- che l’avevano acquistato per i rifugiati (LUCANO: “Non è un problema, perché se qualcuno parla “invece di sprecare soldi...”, (gli diciamo, ndr): facciamo una cosa che serve per l’integrazione e serve per tutti. È per i rifugiati, gli devi dire”).

-sia quella di cui al progr. 774 del 01.08.20l7,” 0 intercorsa tra lui e Cosimina IERINO’.

A tal proposito, si ricorderà che i due si trovavano nella fase concitata dei preparativi per l’allestimento delle case acquistate con i fondi dell’accoglienza e destinate a fini turistici. In quel contesto, poiché era imminente l’inizio del Riace film festival, si affrettavano a munire tutte le abitazioni di tovaglie, coprimaterassi e lenzuola, da acquistare celermente per gli ospiti in arrivo (nessuno dei quali era un migrante).

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