Lo chef tre stelle Michelin racconta di come ha imparato da autodidatta: «All’inizio mi limitavo a riprodurre le ricette di mio padre, sbagliando». «Non avendo fatto una scuola, per rispondere a certe domande dovevo studiare: mi ha dato la libertà di scrivere le mie regole»
Questo articolo è tratto dal nostro mensile Cibo, disponibile sulla app di Domani e in edicola
I ristoranti sono luoghi in cui la mescolanza, prima degli ingredienti e di variabili culinarie, nasce dai percorsi delle persone che li abitano. Magari simili, mai lineari o prestabiliti, gli approcci alla professione si snodano in infinite combinazioni tra formazioni, apprendistati, ore sui fornelli, tentativi riusciti o andati male. È in questa natura caotica che la cucina cerca di disegnare un proprio equilibrio, dove mano e immaginazione, nell’intima connessione che ne dà Richard Sennet, so



