L’ultimo caso riguarda il giornalista Carlo Tarallo e il portale Anteprima24, nel decreto di sequestro si legge che il giornalista «non poteva sicuramente ignorare l’origine delittuosa della registrazione a lui consegnata dalla Boccia», ma i protagonisti smentiscono il possesso della registrazione.
Nei giorni scorsi sul caso Sangiuliano-Boccia è stata scritta una nuova pagina giudiziaria. Una vicenda che riguarda il giornalista Carlo Tarallo e il sito Anteprima24 con il sequestro di tutte le puntate di un’intervista alla quasi consulente dell’allora ministro della Cultura. Una vicenda che riapre il tema dei provvedimenti giudiziari a carico di testate e cronisti, la federazione nazionale della stampa ha ricordato «che il sequestro di materiali giornalistici è una misura estrema, che incide direttamente sulla tutela delle fonti e sul libero esercizio del diritto di cronaca, che in questo caso non riguardava perfetti sconosciuti, ma un ministro della Repubblica».
Di cosa è accusato il cronista? Del reato di interferenze illecite nella vita privata in concorso con Maria Rosaria Boccia. Quest’ultima è indagata anche in un’altra inchiesta per stalking, lesioni, interferenze illecite nella vita privata e false attestazioni nel curriculum proprio a seguito della denuncia dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Anche in questa occasione a presentare la denuncia sono stati l’ex ministro, ora candidato di Fratelli d’Italia in Campania, e la moglie, Federica Corsini.
La notizia dell’indagine e dell’apertura del fascicolo risale a qualche giorno fa e ruota attorno alla pubblicazione da parte di Report degli audio dell'ex ministro della cultura Gennaro Sangiuliano con la moglie. Pubblicazione che ha suscitato polemiche e critiche, oggetto anche della sanzione del Garante per la privacy, la cui imparzialità e autonomia è messa a dura prova dalle rivelazioni della trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci. Il conduttore è indagato per lo stesso reato proprio per la diffusione di quella conversazione. Ma cosa c’entrano Tarallo e il sito Anteprima24?
A fine agosto la testata giornalistica trasmette una intervista a Boccia. In quell’intervista vengono «inseriti frammenti audio e video della conversazione privata avvenuta tra Sangiuliano e Corsini in data 9 agosto 2024», si legge nel decreto di sequestro. In realtà si trattava di frammenti semplicemente estratti dalla trasmissione di Report, «un contenuto rimosso dal palinsesto web della Rai, a seguito dell’intervenuta conoscenza del carattere illecito della registrazione», si legge ancora. A Tarallo contestano che «non poteva sicuramente ignorare l’origine delittuosa della registrazione lui consegnata dalla Boccia, posto che le accuse dalla Boccia anche su tale aspetto erano già pubblicamente note», scrive la gip Alessandra Boffi.
Ma Tarallo e la redazione di Anteprima24 hanno chiarito che il giornalista «non è mai stato in possesso del frammento trasmesso nel corso dell'intervista». Trattasi unicamente di una citazione di un frammento video della puntata di Report. In pratica hanno commentato durante l’intervista un passaggio della conversazione già trasmessa, ma senza disporre del contenuto originario. Alla fine si è proceduto al sequestro per evitare di «protrarre le conseguenze del reato». Questo ha portato alla rimozione dell’intera intervista, pubblicata a puntate sul sito anche nelle parti dove il frammento incriminato non c’era. Così sono spariti anche i contenuti inediti come la rivelazione del sogno proibito di Gennaro Sangiuliano di diventare presidente della Repubblica. Ora cliccando sulla pagina che conteneva i diversi spezzoni del colloquio esce una desolante scritta: «Errore 404» mentre su altri siti ancora appaiono alcuni estratti. Un sequestro che ha lasciato basiti cronista e sito, ma anche la federazione nazionale della stampa italiana, «gli eventuali rilievi sulla liceità della pubblicazione dei contenuti non possono in alcun modo giustificare provvedimenti che mettono a rischio l’autonomia dell’informazione e il lavoro delle redazioni», scrive in una nota la federazione.
Il precedente dei carabinieri a Domani
Anche a Domani, due anni fa, arrivarono i carabinieri per eseguire un sequestro. In quel caso i militari erano arrivati in redazione per il più strano provvedimento giudiziario mai disposto contro un giornale: il sequestro di un articolo pubblicato solo on line per una querela presentata da Claudio Durigon, sottosegretario al ministero del lavoro.
Durigon aveva presentato una denuncia contro ignoti relativa a un articolo pubblicato da questo giornale che parlava di un suo ex collaboratore nel sindacato Ugl condannato in primo grado per estorsione. Articolo disponibile solo nella versione a pagamento e il politico leghista si era risentito per il titolo, con solerzia la procura di Roma aveva disposto il sequestro per capire la portata diffamatoria. Alla fine il procuratore capo Francesco Lo Voi aveva chiuso la vicenda disponendo il dissequestro. Passano gli anni, ma restano i sequestri.
© Riproduzione riservata


