Non c’è solo Amadeus pronto a lasciare dopo cinque edizioni di grande successo il Festival di Sanremo. La prossima primavera in città, infatti, si voterà per eleggere il nuovo sindaco, che non sarà più Alberto Biancheri, ormai prossimo alla fine del secondo mandato. Lascerà una città su cui si stanno concentrando sempre di più gli interessi di grandi investitori dai portafogli miliardari.

Perché Sanremo non è solo fiori e canzonette, casinò e bel mare. La città sulla Riviera di Ponente è soprattutto un luogo per le grandi trasformazioni urbanistiche che affronterà nei prossimi anni: dal Porto al Palazzo di Giustizia, fino al Casinò, tutto è pronto a far diventare Sanremo la Monaco italiana. Le elezioni quindi interessano e scomodano ricchi investitori italiani e stranieri e big della politica. Una delle grane del prossimo sindaco poi sarà ridiscutere con la Rai la convenzione per il Festival. Biancheri l’ha rinnovata lo scorso autunno, portando a casa oltre 5 milioni di euro per i prossimi due anni. Poi si tornerà a trattare con viale Mazzini, sempre che qualche altro gruppo televisivo non voglia entrare nella contesa. Anche per questo motivo la politica nazionale si muove.

Gioco politico

Il sindaco Biancheri cercherà sicuramente di far contare tutto il suo peso politico. Nel 2014 e nel 2019 si è presentato in una coalizione di centrosinistra, composta dal Partito Democratico e da un insieme di liste civiche. Proprio su queste, fronte compatto con Biancheri, si sta giocando la partita più importante: i partiti del centrodestra, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, stanno cercando di dividerle per tentare il colpo grosso.

A dirigere l’operazione sono l’ex sindaco Maurizio Zoccorato, sempre più vicino al partito di Giorgia Meloni per cui non disdegnerebbe una candidatura alle prossime europee, e il senatore Gianni Berrino, sanremese di nascita. Su Fratelli d’Italia in Liguria pesa poi l’insuccesso alle elezioni di Imperia, quando sono stati costretti ad accodarsi alla candidatura - vincente - dell’ex ministro Claudio Scajola, fortemente sostenuto da Matteo Salvini e dal presidente di Regione Giovanni Toti.

A Sanremo però non si può sbagliare. Un errore potrebbe mettere a rischio gli equilibri su cui si regge la coalizione di governo. La quadratura nel centrodestra però è stata trovata sul nome di Gianni Rolando. Coordinatore territoriale di Forza Italia, con cui ha tentato di conquistare il Palazzo del Comune, già presidente dell’ordine nazionale degli ingegneri, Rolando è ora presidente dell’ordine della Liguria: diventato presidente, ha fatto ospitare il convegno nazionale su una nave da crociera al largo della Riviera di Ponente, un po’ come fa il Festival con i suoi superospiti. Negli scorsi anni ha diretto Amaie Spa, società pubblica che distribuisce acqua ed energia elettrica nel territorio di Sanremo.

Il via libera al nome di Rolando c’è stato solo dopo il placet di Giovanni Donzelli, responsabile nazionale dell’organizzazione Fdi. Sull’altro fronte, aspettando che Pd e M5s decidano su chi puntare, ha annunciato la sua candidatura Alessandro Mager, avvocato che vuole accaparrarsi i voti di sinistra e convogliare le civiche che hanno sostenuto l’uscente Biancheri negli ultimi dieci anni.

Il blocco di potere

Mager è stato il primo ad annunciare la sua corsa alla fascia tricolore, seguito da Rolando che si è esposto solo nelle ultime settimane. I due però hanno qualcosa che li accomuna, oltre all’ambizione per la carica di sindaco. Tra i ben informati l’avvocato e l’ingegnere vengono considerati molto vicini ad alcuni imprenditori con ricchissimi interessi nella città dei fiori. Sono Walter Lagorio e i fratelli inglesi David e Simon Reuben, considerati i grandi elettori del futuro sindaco, chiunque esso sia. Il primo è un imprenditore nel settore dell’energia di fama nazionale, i secondi hanno il quarto portafoglio più ricco del Regno Unito, con asset e proprietà per quasi 25 miliardi di euro.

Il trio ha in piedi operazioni da decine e decine di milioni di euro per un vero e proprio restyling della città: dal rifacimento del Porto Vecchio, che ha scomodato giudici amministrativi fino al Consiglio di Stato, alla trasformazione in hotel del vecchio Tribunale, e poi alberghi, ostelli, parcheggi, musei, Rsa. Anche per questo guardano con molto interesse alle prossime elezioni. Il rapporto tra i Lagorio-Reuben e l’avvocato Mager è più chiacchierato che altro, soprattutto per le sue aperture ai loro progetti in interviste alla stampa. «La mia vicinanza ai Reuben è solo una voce dei miei avversari», dice Mager.

La vicinanza, invece, tra l’ingegnere Rolando e gli imprenditori è più documentato. Tra le cariche, infatti, ricoperte da Rolando spunta quella di amministratore delegato della Porto di Sanremo Srl, la società di Lagorio venduta ai Reuben che riqualificherà il porto vecchio. Il ruolo gli è stato dato nel luglio del 2022, a pochi mesi dalla cessione, dopo la quale Lagorio è rimasto presidente. La domanda che si rincorre in città è però solo una. E non è sul prossimo sindaco e i possibili conflitti d’interesse? Ma su chi ci sarà il successore di Amadeus.

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