Charlotte Bellis, giornalista neozelandese inviata in Afghanistan al sesto mese di gravidanza, da giorni combatteva per poter tornare a casa. Ora il governo, dopo una un iniziale chiusura, ha fatto marcia indietro
La Nuova Zelanda ha consentito l’ingresso alla sua cittadina Charlotte Bellis, giornalista 35enne, inviata in Afghanistan, incinta di 25 settimane, a cui era stato negato il permesso di rientrare in patria per via delle norme anti Covid. Nell’attesa di ottenere l’autorizzazione al rientro, Bellis era stata accolta dai Talebani.
- Charlotte Bellis, ex inviata di Al jazeera, il noto media qatarino, alla prima conferenza stampa dei Talebani dopo la presa del potere di agosto, chiese loro cosa avrebbero fatto per proteggere i diritti delle donne. Come lei stessa ha raccontato sulle colonne del quotidiano neozelandese Nzherald, poco dopo quella conferenza, rimase incinta, sebbene le avessero sempre detto che non avrebbe potuto avere figli.
- La Nuova Zelanda ha un regime molto restrittivo per l’ingresso nel paese che è consentito a cittadini e residenti permanenti, ma solo dopo aver trascorso dieci giorni di isolamento nelle strutture del Miq (Managed Isolation and Quarantine). I cittadini hanno bisogno di fare diverse volte domanda per ottenere un posto nelle strutture del Miq e data l’elevata domanda il numero dei posti è molto limitato.
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Di fatto, il ritorno in patria di Charlotte Bellis è stata bloccato dalla burocrazia e dalla regole restrittive. In risposta, il governo di Talebani ha autorizzato Bellis a rimanere ulteriormente nel paese, garantendole protezione. Dopo che la vicende è rimbalzata a livello internazionale, la Nuova Zelanda ha fatto marcia indietro, e dopo una iniziale chiusura, ha dato l’ok per l’ingresso.
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