Il messaggio esplicito è chiaro: Barbara Guerra e Alessandra Sorcinelli, due delle Olgettine dell’epoca d’oro del bunga bunga ora imputate nel processo Ruby Ter, non ci stanno a farsi impallinare dalla procura di Milano e vogliono raccontare la loro verità ai giudici di Milano su quello che è successo durante e dopo l’epoca d’oro delle «cene eleganti» nella villa berlusconiana di Arcore.

Le due ragazze sono sotto processo a Milano per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza insieme ad altre 27 persone, tra le quali il leader di Forza Italia ed ex premier. Il quale le avrebbe foraggiate generosamente durante i precedenti due capitoli della saga giudiziaria «Ruby» per comprare il loro silenzio o per rivedere certe dichiarazioni fatte nell’impeto del momento.

Ma adesso le due rischiano anni di carcere se saranno condannate e dopo la decisione di Berlusconi di non chiedere più il legittimo impedimento per bloccare il processo – ha rinunciato alla perizia medico-psichiatrica ordinata dai giudici – il pericolo diventa concreto. E l’aria per le ragazze che frequentavano le serate di villa San Martino si è subito surriscaldata.

La Guerra e la Sorcinelli si erano presentate in aula durante la scorsa udienza lasciando intendere che avrebbero voluto deporre a processo e durante quella di oggi, che si è svolta nell’aula bunker di via Uccelli di Nemi a Milano (quella del maxi processo di ’ndrangheta Infinito), le due hanno ribadito questa volontà a favore di telecamera.

«Io sono qui per la mia difesa. Sono innocente. Non ho corrotto e non ho preso soldi. Anzi sono solo una vittima di questo processo», ha detto la Guerra, rivelando un retroscena avvenuto dopo quella apparizione a Palazzo di Giustizia.

«Il giorno dopo la mia presenza in tribunale ho ricevuto una telefonata da Arcore, da Berlusconi. Mi ha invitato ma io ho rigettato l’invito dicendo che se voleva vedermi doveva contattare i miei legali», ha detto Guerra aggiungendo che la conversazione è durata dieci minuti.

Anche la Sorcinelli avrebbe ricevuto una telefonata da Arcore, ma a questa chiamata non avrebbe risposto: «Siamo due persone perbene, di buona famiglia» ha detto ai giornalisti, «e invece ci siamo trovate sui giornali come due criminali, due poco di buono. Abbiamo lasciato correre sperando nel buon senso delle persone che venivano qua a testimoniare. Sono qui come donna per riprendere la mia dignità che per dieci anni è stata calpestata».

In tutta risposta a questa volontà di farsi sentire dai giudici – non è ancora chiaro se rispondendo alle domande dei pm o con spontanee dichiarazioni – Federico Cecconi, il legale di Berlusconi, ha detto che anche l’ex presidente del consiglio potrebbe venire in aula per farsi esaminare dai pubblici ministeri Tiziana Siciliano e Luca Gaglio.

«È una valutazione che certamente dovremo svolgere più avanti, certamente tenendo conto delle sue condizioni di salute, ma è un’opzione certamente praticabile». La lunga serie di legittimi impedimenti fin qui praticati da Berlusconi rende non molto credibile questa uscita del suo legale, buona più per creare un po’ di suspance che altro. Ma con il Cavaliere nulla è escluso, compreso il suo arrivo in aula.

Dietro alle esternazioni delle due ragazze e al racconto di questa telefonate giunte da Arcore c’è anche un messaggio implicito da far arrivare a chi di dovere? Nella vicenda Ruby, come si sa, nulla è mai escluso. Ma per saperlo bisogna aspettare la prossima udienza, nella quale le due potrebbero già parlare. Nel frattempo l’ultima immagine che ci resta delle due imputate è la fuga in una lussuosa Range Rover nera, guidata da Barbara Guerra, dopo quest’apparizione.

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