A terra c’è un uomo morto, si chiama Youns El Boussettaoui.  È stato ammazzato da un colpo di pistola esploso da Massimo Adriatici, l’assessore alla sicurezza, leghista pistolero, oggi indagato per eccesso colposo di legittima difesa. Siamo a Voghera, è il 20 luglio di quest’anno, piazza Meardi. 

Poco dopo lo sparo arrivano le auto dei carabinieri e della polizia, poi una macchina nera. La guida un militare che mostra confidenza con Adriatici, lo saluta e lo accompagna in caserma con l’auto. Domani può rivelare di chi si tratta: è un carabiniere, pregiudicato e vicino alla Lega. 

Il delitto

Lo scorso luglio, l’avvocato assessore, che tutti chiamano lo sceriffo, è in strada. Le immagini mostrano sequenze chiare. Adriatici segue Youns, ragazzo con disturbi mentali, che si reca in un bar, l’assessore aspetta all’esterno, il giovane esce e Adriatici gli mostra la pistola, il ragazzo sferra un cazzotto, l’assessore cade e spara.

Il ragazzo agonizza, arriva in ospedale e muore. Dopo tre mesi ai domiciliari, oggi Adriatici è libero, ma su quel giorno la verità deve ancora essere scritta. Polemiche per il reato contestato ad Adriatici, polemiche per la partecipazione del procuratore aggiunto Mario Venditti a un convegno organizzato dalla Lega, caso finito anche in parlamento con la richiesta alla ministra della Giustizia Marta Cartabia di inviare gli ispettori. Ma c’è altro.

Dopo lo sparo, Youns viene portato in ospedale, morirà poco dopo, l’assessore parla al telefono, a un certo punto arriva una macchina nera, scendono due carabinieri. Salutano Adriatici, parlottano con lui, gli agenti pensano bene di intrattenersi con l’assessore prima di farlo salire in auto. Adriatici è padrone della scena, sembra ignoto l’autore dello sparo. L’assessore sale sull’auto civetta dei carabinieri, si accomoda avanti, lato passeggeri. Chi è il militare che guida e accompagna Adriatici in caserma prima di tornare per fare i rilievi? Si chiama Marco Iachini.

È un pregiudicato, condannato in via definitiva per lesioni, ai danni di un cittadino argentino Luciano Isidoro Diaz. Iachini si è sempre detto innocente, non l’hanno pensata allo stesso modo i giudici che lo hanno condannato a un anno e sei mesi di carcere. I fatti accadono nel 2009 e danno vita a due procedimenti, uno per quanto accaduto sull’autostrada A21 con la condanna di Iachini per lesioni ai danni di Diaz e un altro per i fatti accaduti all’interno della caserma dei carabinieri di Voghera, quest’ultimo procedimento si chiude con l’assoluzione. 

Diaz non si ferma al posto di blocco, quando viene raggiunto dai carabinieri li minaccia con un coltello (patteggerà una pena per resistenza e altri reati), viene bloccato dai militari che sottraggono il coltello a Diaz e lo bloccano. In questo frangente Iachini lo «colpisce ripetutamente con calci e pugni», scrivono i giudici. Lo stesso militare ritroviamo sulla scena del delitto di Youns che saluta Adriatici, lo porta in caserma e torna per fare rilievi in borghese con il distintivo sul petto. Iachini della Lega è sostenitore, ‘Io sto con Salvini’ scrive sulla sua pagina social e in un’intervista nella quale ribadiva la sua innocenza ricordava l’interrogazione parlamentare presentata dai leghisti Gian Marco Centinaio ed Erica Stefani in suo favore.

Immagini tratte dal profilo Facebook di Marco Schaulz, riconducibile al carabiniere Marco Iachini

Proprio Salvini, nel 2016, difende Iachini definendo vergognoso quanto accaduto al carabiniere. L’ex ministro dell’Interno è intervenuto anche sulla morte di Youns difendendo Adriatici. «Altro che far west si fa strada l’ipotesi di legittima difesa, un docente di diritto penale, ex funzionario di polizia, avvocato penalista stimato in questa bella città in provincia di Pavia vittima di aggressione ha risposto, accidentalmente è partito un colpo che purtroppo ha ucciso un cittadino straniero che secondo quanto trapela è già noto per violenze, aggressioni e, addirittura, atti osceni in luogo pubblico», dice l’ex ministro lo scorso 23 luglio.

La diffamazione

Iachini è molto legato alla Lega, è stato condannato, in primo grado, per diffamazione, a una pena di 2 mila euro di multa perché dal suo profilo ha commentato un post sul caso Cucchi scritto da Gianni Tonelli, prima poliziotto sindacalista, oggi deputato leghista. 

«Conoscendo personalmente l’avvocato Anselmo posso affermare che il testimone ha preso una discreta mazzetta! Nessuno fa niente per niente meditate su questo!», scrive Marco Iachini, attraverso il profilo di Marco Schulz. Anselmo di cui parla il carabiniere è l’avvocato della famiglia Cucchi, un legale che spende i suoi giorni a difendere chi ha subito violenze, perso la vita ed è in attesa di giustizia. Iachini lo diffama così: «Conoscendo personalmente l’avvocato Anselmo e sapendo perfettamente cosa è capace di fare utilizzando i media, la politica e soprattutto, far passare la menzogna per verità…! Meditate dunque».

Immagini tratte dal profilo Facebook di Marco Schaulz, riconducibile al carabiniere Marco Iachini

Sentito dagli inquirenti, Iachini ha raccontato di non ricordare di averlo scritto lui quel commento. Un commento a sua insaputa, ma non ha convinto i giudici. Nel luglio scorso, invece, Iachini arriva in piazza Meardi, parla con Adriatici prima di farlo salire comodamente in auto per portarlo via. Stava facendo il suo lavoro, ma è singolare l’immagine dell’autore di uno sparo che viene accompagnato in caserma quasi con riverenza. Sulla morte di Youns sono in corso indagini che dovranno dare risposte alla famiglia del giovane, difesa dagli avvocati Marco Romagnoli e Debora Piazza. Piazza è avvocata coraggiosa che, in passato, ha denunciato scandali e malaffare. Ora segue il caso di Youns, il ragazzo, morto per un colpo di pistola sparato dall’assessore sceriffo. 

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