«Siamo almeno 500mila». Questa la prima stima degli organizzatori della manifestazione, a Roma, per la giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne, partita dal Circo Massimo. Una data che ha assunto un valore ancora più simbolico dopo la tragedia di Giulia Cecchettin, uccisa dall’ex fidanzato, Filippo Turetta. Elena Cecchettin, sorella di Giulia, ha lanciato un appello a poche ore dalla mobilitazione: «Mi aspetto tante persone alle manifestazioni di Roma e di tutta Italia. Serve una rivoluzione culturale». E a prescindere dai numeri, l’imponenza della mobilitazione è sotto gli occhi di tutti. La marea fucsia ha inondato pacificamente la capitale.

Al ritrovo c’era il frastuono della riproduzione delle sirene dell'ambulanza, il rumore delle chiavi, a confermare la promessa di non stare in silenzio di fronte alle violenze, ma anzi facendo un bel po’ di rumore. E poi appunto la marea fucsia di foulard, maglie, striscioni. 

In piazza anche Schlein

Tra le presenti al corteo di Roma, c’era anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, che aveva già lasciato intendere la volontà di non mancare, nonostante l’impegno della mattina a Perugia. «Una grandissima partecipazione qui e in tutta Italia è segno che il paese vuole fare un passo avanti nel contrasto alla violenza sulle donne», ha commentato la leader dem, intercettata dai cronisti nel corteo dove ha incontrato e abbracciato il segretario della Cgil, Maurizio Landini, che invece aveva ampiamente annunciato la sua presenza.

«L'indignazione e la rabbia non bastano», ha sottolineato Schlein: «Vogliamo fermare questa mattanza. Questa è una piazza molto bella, è per Giulia e per tutte le donne uccise dalla violenza maschile e che ogni giorno subiscono altre forme di violenza. È il momento di dire basta e fare un salto in avanti perché non se ne può più». 

Il rumore della piazza fucsia

La marea fucsia ha dunque mantenuto la promessa di “fare rumore” e rivendicare la lotta per i diritti e la libertà contro il patriarcato. Ad animare il corteo sono state le attiviste di Non una di Meno, che hanno lanciato la mobilitazione. Ma tra i partecipanti c’erano anche volti noti dello spettacolo e persone comuni che, pur non essendo organiche al movimento femminista e transfemminista, hanno voluto portare in piazza il loro corpo per dare una testimonianza. L’iniziativa, come hanno sottolineato le promotrici sui social, si è mossa «in connessione con la piazza di Messina, e con tutte le persone che non sono riuscite a raggiungerci qui». 

Tanti gli slogan gridati, con il pensiero rivolte alle oltre 100 donne uccise solo in quest’anno. “Per Giulia, per tutte”, è stato uno degli slogan scelti con maggiore efficacia. Ma il corteo è stato aperto a ogni idea, alle proposte più ironiche e dissacranti per rendere lo spirito infuriate delle partecipanti, ma sempre con creatività.

Ma le piazze si sono riempite anche altrove, non solo a Roma e Messina, sedi “ufficiali” dei cortei. Da Milano a Firenze, c’è stata una grande partecipazione alla giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne.

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