I magistrati onorari di Palermo hanno organizzato un flashmob tenendo in mano ciascuno una rosa per chiedere al governo di assicurare alla categoria maggiori tutele sanitarie e di riconoscere lo status di lavoratori dipendenti. Dal primo dicembre, i giudici hanno iniziato uno sciopero, seguiti dai loro colleghi di Milano e Napoli. La viceprocuratrice onoraria di Palermo, Giulia Bentley ha detto che l’iniziativa di portare le rose prende spunto dallo «sciopero del pane e delle rose  del 1912, un famoso sciopero dei lavoratori dell’industria tessile attuato dopo la riduzione del salario e contro le condizioni lavorative, nella città di Lawrence». Secondo Bentley, «lo slogan "vogliamo il pane ma anche le rose" esplicita la rivendicazione dei diritti collaterali alla corresponsione del salario. Non solo il pane ma anche le tutele nel nostro caso. Per questo essendo noi lavoratori sfruttati dal nostro datore di lavoro ( lo stato) chiediamo a gran voce "le rose" , le tutele giuslavoristiche che ci sono dovute».

La viceprocuratrice ha poi ricordato che «lo stesso simbolo della rosa venne utilizzato dai magistrati onorari con analogo significato nel 2016 prima della approvazione della riforma Orlando sulla magistratura onoraria quando nel corso dell' inaugurazione della anno giudiziario in 21 distretti vennero consegnate delle rose ai rappresentanti del ministero e a Palermo direttamente all’allora ministro Orlando». 

Bentley ha quindi concluso dicendo che «dopo quattro anni da quella riforma i magistrati onorari «sono ancora visti dal legislatore come i " Paria" della giustizia». La camera penale di Palermo ha manifestato solidarietà nei confronti dei magistrati onorari.

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