La situazione del centro di prima accoglienza di Pantelleria continua a preoccupare. «Le persone sarebbero trattenute senza un provvedimento scritto, in condizioni precarie e private del proprio telefono cellulare, rendendole impossibilitate a comunicare liberamente con l’esterno anche per contattare un avvocato ed esercitare il proprio diritto di informazione e difesa», ha denunciato Asgi, Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione. A seguito del report pubblicato dall’associazione, che ha riscontrato molte criticità, il deputato di LeU Erasmo Palazzotto ha presentato «un’interrogazione parlamentare sollecitando con urgenza la ministra Lamorgese sulle iniziative immediate che intende assumere per trovare soluzioni strutturali che garantiscano il rispetto della libertà personale, come previsto dall'art. 13 della nostra Costituzione», ha detto il deputato in una nota.

«Non è accettabile che le persone in transito non siano informate adeguatamente sui loro diritti, siano vittime di isolamento, di interruzione di fatto della libertà personale e costrette a vivere per giorni in condizioni igienico-sanitarie gravemente inadeguate e degradanti.
Dobbiamo garantire alle donne, agli uomini e ai bambini in arrivo a Pantelleria un'accoglienza dignitosa e rispettosa dei loro diritti. Occorre intervenire sulla struttura con urgenza», ha concluso Palazzotto.

Il rapporto

Asgi ha pubblicato un rapporto sull’esito del sopralluogo del centro tra il 3 e il 7 maggio scorso, da cui è emerso che non esiste alcun sistema di regolamentazione di ingresso e uscita dalla struttura. I cittadini stranieri che arrivano via mare, secondo i rilievi dell’associazione, si troverebbero in una situazione di detenzione informale, perché soggetti a regimi di controllo e limitazione particolarmente rigidi, anche con l’utilizzo di sistemi di vigilanza. La situazione riscontrata da Asgi è quella di un «trattenimento de facto», perché le persone accolte nel centro non avrebbero la possibilità di allontanarsi dalla struttura. 

L’immobile, secondo gli osservatori di Asgi, non è adatto a ospitare il servizio di prima accoglienza. «Appare molto difficile definirlo “centro di accoglienza”», si legge nel rapporto. È adibito all’interno di un ex caserma, di proprietà del ministero della Difesa, molto isolata e si trova in una zona militare in un totale stato di abbandono. 

Anche le condizioni di vita delle persone ospitate sono definite preoccupanti dall’associazione: «Durante la visita è emersa una situazione che desta preoccupazione in merito alle condizioni materiali, che non garantirebbe la tutela della dignità della persona e un effettivo rispetto dei bisogni essenziali», si legge.

Dopo la visita, Asgi ha scritto due lettere alle autorità competenti, per denunciare la situazione e chiedere che vengano rispettati i diritti dei cittadini stranieri, a partire dal diritto alla libertà personale e di un’adeguata accoglienza.

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