È stato pubblicato l’atteso rapporto finale di Sue Gray, l’alta funzionaria britannica che indagava sul Partygate. Lo scandalo aveva coinvolto il premier britannico Boris Johnson per le feste tenute al numero 10 di Downing Street, sede del governo, durante il lockdown.

  • «Molti rimarranno sgomenti per il fatto che un comportamento di questo tipo abbia avuto luogo su questa scala nel cuore del governo», si legge nel rapporto stilato dall’alta funzionaria britannica Sue Gray. «Quello che è successo è andato ben al di sotto degli standard previsti» si afferma nel rapporto. «Il team dirigenziale deve assumersi la responsabilità» di una «cultura della violazione delle regole» che ha permesso che si svolgessero eventi che «non avrebbero dovuto essere autorizzati».  
  • Le indagini hanno riguardato sedici raduni a cui hanno partecipato Johnson e il suo staff nel 2020 e nel 2021, mentre a milioni di persone nel paese era stato impedito di vedere amici e familiari, in osservanza delle restrizioni per la pandemia da Covid-19 imposte dal governo conservatore di Johnson.
  • «Mi assumo la piena responsabilità di tutto ciò che è accaduto sotto la mia sorveglianza», ha detto il primo ministro, ribadendo le sue scuse, nel dibattito in corso alla Camera dei Comuni. Il premier ha espresso la speranza che si possa «andare avanti» e ha spiegato spiegato che le persone coinvolte «lavoravano per orari estremamente lunghi», e che lo staff aveva bisogno di «sentire che il suo contributo era apprezzato» quindi «occorreva mantenere il morale generale il più alto possibile». «È chiaro – ha ammesso –  da ciò che Sue Gray ha detto che alcuni di questi incontri sono andati avanti molto più a lungo del necessario e hanno chiaramente violato le regole».

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