La Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha disposto l'amministrazione giudiziaria per la Giorgio Armani operations spa, società che si occupa di progettazione e produzione di abbigliamento e accessori del gruppo del colosso della moda, a seguito di un'inchiesta dei pm Paolo Storari e Luisa Baima Bollone e dei carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro. Indagine con al centro un presunto sfruttamento del lavoro, attraverso l'utilizzo negli appalti per la produzione di opifici abusivi e il ricorso a manodopera cinese in nero e clandestina.

La società

Si tratta del ramo dell'omonimo colosso della moda che con i 1212 lavoratori dipendenti si occupa di fabbricazione di prodotti di abbigliamento, maglieria, camiceria, fabbricazione di calzature, borse poi distribuite dal Gruppo, nell'ambito di un'inchiesta su un presunto «utilizzo e sfruttamento di manodopera irregolare e clandestina» a partire dal 2015 attraverso catene di subappalto con opifici cinesi.

«È fuor di dubbio che» la Giorgio Armani operations «non abbia mai effettivamente controllato la catena produttiva, verificando la reale capacità imprenditoriale delle società con le quali stipulare i contratti di fornitura e le concrete modalità di produzione dalle stesse adottate e che sia rimasta inerte pur venendo a conoscenza dell'esternalizzazione di produzioni da parte delle società fornitrici, omettendo di assumere iniziative come la richiesta formale della verifica della filiera dei subappalti o di autorizzazione alla concessione dei subappalti» si legge nel decreto di amministrazione giudiziaria. 

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