Le indagini, iniziate nel 2020 in pieno pandemia, hanno portato all’identificazione dell’utenza telefonica dalla quale sarebbero stati caricati i video. Dietro al falso video ci sono un padre e un figlio di 73 e 40 anni che ora si trovano a processo. Chiesti 100mila euro da donare al fondo per le vittime di violenza
Ammonta a 100mila euro la richiesta di risarcimento danni chiesto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni nei confronti di due imputati accusati di aver diffuso online dei video pornografici realizzati con la tecnica del deepfake in cui appariva il volto della premier sui corpi delle pornostar. Una chiara manipolazione grafica usata spesso online con personaggi noti (è già accaduto anche alla star americana Taylor Swift). Secondo la campagna Ban Deepfakes tra il 2022 e il 2023 i contenuti sessualmente espliciti falsificati sono aumentate di oltre il 400 per cento.
La vicenda
I video che riguardano Meloni sono stati pubblicati online e hanno raccolto milioni di visualizzazioni in diversi mesi danneggiando la figura della leader di Fratelli d’Italia che decise di denunciare i fatti.
Le indagini, iniziate nel 2020 in pieno pandemia, hanno portato all’identificazione dell’utenza telefonica dalla quale sarebbero stati caricati i video. Dietro al falso video ci sono un padre e un figlio di 73 e 40 anni che ora si trovano a processo. L’accusa nei loro confronti è di aver pubblicato su un sito internet pornografico statunitense dei video contraffatti apponendo il volto della premier sui corpi dei protagonisti di scene hard.
La richiesta
Giorgia Meloni si è costituita parte civile nel processo e ha chiesto un risarcimento danni pari a 100mila euro. In caso di vittoria l’intero ricavato sarà devoluto al fondo del ministero dell’Interno per le donne vittime di violenza. Il 2 luglio 2024 la premier dovrà comparire in tribunale a Sassari.
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