- I giudici del tribunale di Milano hanno depositato le motivazioni con le quali hanno assolto tutti gli imputati del processo Eni Shell Nigeria dall’accusa di corruzione internazionale, a cominciare dall’ad della società, Claudio Descalzi
- Secondo i giudici i pm non hanno raggiunto la prova della colpevolezza portando solo indizi, ma la corte ammette che l’odore di tangenti ci fosse, seppur non in capo dell’imputato nigeriano di questo processo ma del suo socio, non entrato in questo procedimento
- Una parte rilevante del procedimento è dedicata alla figura di Vincenzo Armanna, il grande accusatore dei vertici Eni, e di Piero Amara, l’ex legale della società recentemente arrestato.
Bisognerebbe partire dalla penultima pagina delle motivazioni della sentenza del tribunale di Milano, che lo scorso marzo ha assolto «perché il fatto non sussiste» tutti e 15 gli imputati – 13 persone fisiche e 2 società – dall'accusa di corruzione internazionale del valore record di 1,09 miliardi di dollari nel processo Eni - Shell Nigeria, per trovare un interessante punto di osservazione. Precisamente da pagina 481, dove i giudici trattano dei soci occulti della società nigeriana Malabu che



