Continua lo scontro tra accusa e difesa per la deposizione degli atti relativi al processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di stato Vaticano.

Il 3 novembre è il termine ultimo per depositare tutti gli atti del processo, come chiesto dal presidente del tribunale del Vaticano Giuseppe Pignatone. Ma secondo gli avvocati del cardinale Giovanni Angelo Becciu, il principale dei dieci imputati «il materiale depositato è ancora incompleto».

L’iter

Il pool di avvocati accusano il Promotore di giustizia di aver omesso alcuni nastri delle dichiarazioni rese dal testimone chiave, il monsignor Alberto Perlasca, ex direttore dell’ufficio amministrativo della Segreteria di stato e allora braccio destro di Becciu.

«Tali omissis – scrivono gli avvocati in una nota –  riguardano anche i video delle dichiarazioni di monsignor Perlasca invocando, per la prima volta, presunte esigenze investigative, non riscontrabili in alcun modo dalla difesa, né dallo stesso Tribunale».

Dalle carte depositate oggi risulta che la difesa può visionare 52 dvd tra cui alcuni interrogatori di Perlasca. Il Promotore di giustizia nell’udienza del 27 luglio si era detto pronto a depositare tutto il materiale audiovisivo integrale, salvo poi fare dietrofront richiamandosi al diritto di privacy. Sollecitato più volte dal Tribunale Vaticano, secondo gli avvocati, il Promotore non ha ancora adempiuto ai suoi obblighi.

La vicenda

AP Photo/Gregorio Borgia

Il processo ruota attorno alla compravendita effettuata nel 2014 di un immobile prestigioso situato nel quartiere Chelsea di Londra, costato alla Santa Sede una cifra stimata che va oltre i 100 milioni di euro. Un investimento immobiliare che ha avuto un grosso svantaggio per le casse del Vaticano effettuato attraverso il broker Raffaele Mincione che dovrà rispondere di una serie di ipotesi di reato tra cui peculato, truffa, abuso d’ufficio, appropriazione indebita e autoriciclaggio.

Vista la perdita economica a Mincione subentra il broker molisano Gianluigi Torzi che chiede al Vaticano una somma di circa 15 milioni per rilevare le sue quote dell’immobile.

Lo scorso 13 ottobre la Cassazione ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Torzi che rimane comunque indagato per diversi reati tra cui autoriciclaggio.

Il cardinale Becciu, invece, è accusato di peculato, abuso di ufficio e secondo l’accusa avrebbe anche fatto pressioni su monsignor Perlasca per farlo ritrattare. Insomma, la vicenda processuale è complicata e si fa sempre più tesa a circa due settimane dalla quarta udienza.

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