Mentre il caldo asfissiante colpisce l’Italia, governo e parti sociali firmano un protocollo per tutelare i settori più colpiti: la Cig viene estesa agli stagionali nei campi e le aziende potranno ritardare le consegne. Ma la norma esclude quasi tutti i rider e gli altri lavoratori autonomi. Le ordinanze regionali per i giorni da bollino rosso
Riorganizzazione di turni e orari di lavoro, anche facendo ricorso agli ammortizzatori sociali. Più attenzione agli indumenti e ai dispositivi di protezione individuale. Maggiore informazione per i dipendenti e corsi straordinari di formazione. Sono i punti chiave del nuovo protocollo quadro pensato per tutelare i lavoratori nelle giornate di caldo estremo, firmato mercoledì dalla ministra del Lavoro Marina Calderone, dalle imprese e dai sindacati.
Il documento, che ha ottenuto il via libera dopo due anni di stallo e veti delle parti sociali, sarà recepito con un decreto ministeriale e dovrà essere tradotto in accordi attuativi «a livello settoriale e aziendale». La firma è arrivata proprio in ore di forte caldo su buona parte dell’Italia: dopo la morte, tre giorni fa, di un operaio a San Lazzaro di Savena, sono critiche le condizioni di un collega di Vicenza colto da malore mentre lavorava in una cisterna di alluminio, satura di vapori favoriti dalle alte temperature.
Una Cig più ampia
Il protocollo spiega che «il cambiamento climatico è una minaccia per i lavoratori di alcuni settori, sia all’aperto che al chiuso»: un passaggio non scontato da parte di un governo che a più riprese si è attestato su posizioni negazioniste. L’esecutivo prevede «ampio e automatico ricorso agli ammortizzatori in tutte le ipotesi di sospensione dell’orario di lavoro, anche in caso di lavoro stagionale». È questa un prima novità: per la prima volta, la cassa integrazione “per caldo” varrà anche per gli stagionali nel settore agricolo. Restano comunque esclusi i rider non subordinati e gli altri autonomi.
L’accordo prevede poi la possibilità di superare le specifiche soglie attraverso «lo scomputo dei periodi previsti dalla disciplina per eventi oggettivamente non evitabili dal limite massimo di durata della cassa integrazione stessa». Tradotto: le ore di Cig ordinaria “per eventi meteo” – che scatta oltre i 35 gradi, reali o solo “percepiti” – saranno escluse dalle 52 settimane nel biennio per la Cigo in edilizia e dai 90 giorni l’anno per la Cisoa in agricoltura.
Turni più flessibili
Dovranno poi essere predisposti piani di sicurezza e coordinamento che identifichino aree di ristoro adeguate alle pause. «I datori di lavoro devono mettere a disposizione acqua potabile vicino alle postazioni e aree ombreggiate dove i dipendenti possano riposare», ha detto Giulia Bartoli, segretaria nazionale della Fillea Cgil. A ciò si aggiunge la possibilità di anticipare o posticipare l’orario di lavoro, in modo da coprire solo le ore più fresche. Una misura che varrà anche per le imprese in appalto.
Del resto, molte aziende si sono già calibrate su una sorta di orario spezzato, con partenza alle 6 di mattina, stop anticipato a metà giornata e, se possibile, un altro turno in fascia notturna. Su una tale riorganizzazione continua però a pesare la freddezza di Confindustria: «Immaginare soluzioni generali basate su cambi di turni non è una cosa banale, dipende dall’organizzazione del lavoro e dalla disponibilità di chi lavora», ha notato Federica Brancaccio, presidente dei costruttori di Ance.
Secondo le imprese, Cig e turni flessibili dovevano essere affiancati da politiche di supporto economico, prevedendo dei ristori per i datori di lavoro, che sono danneggiati quando le attività si fermano. In particolare, le aziende hanno ottenuto di essere sostenute nel caso in cui il caldo estremo le costringa a ritardare le consegne, facendo valere i protocolli attuativi come giustificativi.
Di regione in regione
La firma di ieri chiude un’intesa che aleggiava dal 2023, tra scontri e veti incrociati tra sindacati e imprese. Se da mesi i sindacati dell’edilizia sollecitavano un intervento del governo per tutelare chi è più esposto al meteo estremo, la situazione si è sbloccata dopo il recente incontro tra il presidente di Confindustria Emanuele Orsini e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. Nel frattempo, 14 regioni si sono mosse in autonomia con ordinanze di sospensione per chi lavora all’aperto – dai campi ai cantieri fino alle cave – nei giorni da bollino rosso.
L’ultima ad aggiungersi è stata la Lombardia, dove dal 2 luglio al 15 settembre sarà vietato lavorare in spazi aperti tra le 12.30 e le 16, nei giorni caratterizzati da «un alto livello di rischio». In Abruzzo il provvedimento voluto dal presidente Marco Marsilio sarà in vigore fino al 31 agosto, mentre in Emilia-Romagna l’ordinanza è stata estesa anche nei piazzali della logistica. Nella regione governata da Michele de Pescale la misura, che lo scorso anno scadeva ad agosto, resterà operativa fino a metà settembre.
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