«Lara Comi ha ricevuto 125mila euro da parte mia». Il nome dell'europarlamentare di Forza Italia era stato finora accostato al Qatargate solo per alcune dichiarazioni poco chiare di Antonio Panzeri: nessuna accusa di aver preso denaro proveniente da Doha. Ora emerge però una novità. Davanti agli investigatori, che lo indagano di corruzione e riciclaggio, Francesco Giorgi si è autoaccusato di aver consegnato personalmente a Comi 125mila euro in sacchetti di plastica, nel suo appartamento di Bruxelles, a Rue de la Tulipe. Erano soldi provenienti dal Qatar, ha detto l'assistente parlamentare italiano, e servivano per la campagna elettorale del 2019.

Dal Qatar 1,2 milioni per le europee

Finora era stato solo Panzeri a citare Comi. Il 13 febbraio del 2023, dopo essersi “pentito” con la Procura belga ammettendo di aver preso tangenti da Qatar, Marocco e Mauritania, l'aveva menzionata tra i politici scelti per continuare la sua opera a partire dal 2019, cioè da quando lui non sarebbe più stato europarlamentare: «C’è stato un incontro a Doha, a marzo o aprile del 2019 – aveva dichiarato Panzeri agli inquirenti - C'erano il ministro Al Marri, Francesco Giorgi, l’algerino e io, Andrea Cozzolino, Lara Comi. Penso che Eva Kaili fosse presente, ma non sono sicuro al 100%. Ad ogni modo la decisione presa, in termini di denaro per i deputati, includeva anche lei. Al termine, i qatarini hanno deciso di mettere a disposizione per le campagne elettorali dei tre, 250 mila euro per ciascuno. Ed è stato fatto».

L'affare prevedeva anche 250 mila euro per Panzeri e 250mila per Giorgi, per una spesa complessiva di 1.250.000 euro. «I soldi sono stati consegnati cash a casa di Giorgi e da lui distribuiti», aveva dichiarato Panzeri, aggiungendo che Giorgi «ha distribuito questi soldi a tutti, me compreso (250.000 euro). Li ha dati a Eva e ad Andrea». Questo si legge nel verbale, dove Comi non viene citata. Nello stesso interrogatorio Panzeri aveva chiarito un'altra delle conversazioni intercettate. Nella primavera del 2019 Comi, che da lì a poco avrebbe saputo di essere indagata dal Procura di Milano nell'inchiesta “mensa dei poveri”, lo aveva chiamato per recuperare una borsa a casa sua a Bruxelles. Lui l'aveva fatto e dentro aveva trovato 60-70 mila euro in contanti. Ma aveva deciso di buttare tutto nella spazzatura: questo ha dichiarato Panzeri sotto giuramento, specificando che alla fine i 250mila euro del Qatar non sono andati alla Comi.

La versione di Giorgi

La versione di Giorgi, invece, mette al centro della presunta corruzione proprio l'eurodeputata di Forza Italia. La notizia è contenuta nel verbale dell'interrogatorio a cui lo stesso Giorgi è stato sottoposto il 27 aprile scorso: un documento analizzato da Domani e raccontato in "QatarGate", libro scritto dai giornalisti Joël Matriche e Louis Colart, che uscirà in francese il 24 gennaio. Giorgi chiarisce innanzitutto la quantità di soldi negoziata con il Qatar da lui e Panzeri per fare lobbying in Ue. L'accordo prevedeva un pagamento di 4,5 milioni di euro spalmato in sei anni, dal 2019 al 2024. Il 40% di questa cifra dove andare allo stesso Giorgi, il restante 60% a Panzeri.

Non è chiaro se ci siano stati pagamenti anche prima del 2019, quando Panzeri era europarlamentare e Giorgi il suo assistente. Di sicuro il patto si è interrotto nel gennaio 2022, dopo gli arresti della polizia belga. Nei primi anni di attività gli impegni sono stati però numerosi. Una delle principali operazioni era stata proprio quella di preparare una successione. Per questo fu organizzato l'incontro a Doha con i candidati all'europarlamento. Da qui in poi, però, le versioni di Panzeri e Giorgi divergono. Panzeri si dice sicuro che 250mila euro fossero destinati anche a Kaili, la compagna di Giorgi. Giorgi nega e ribatte autoaccusandosi di aver consegnato 125mila a Comi.

Di fronte alla rivelazione la polizia giudiziaria chiede a Giorgi più informazioni. Lui risponde: «Preferisco fare queste dichiarazioni più tardi». Non sappiamo se l'italiano sia stato interrogato nuovamente. Sulla vicenda Comi, però, ha lasciato molte delle sue idee in un appunto sequestratogli dalla polizia a fine aprile scorso, quando era ai domiciliari: «Contrariamente a quanto ha detto nelle dichiarazioni del 13 febbraio», si legge, «Panzeri è al corrente che Lara Comi ha preso la metà dei 250k per la sua campagna...Lei viene selezionata da Panzeri per il Qatar perché 1) sarà sicuramente eletta 2) ha una relazione con lui 3) fa parte del PPE (Partito Popolare Europe, ndr), così ha la maggioranza nel PE (Parlamento Europeo, ndr) con SD (Socialisti&Democratici, ndr) 4) è italiana». E ancora: «Come da accordi, su richiesta di Antonio lei viene a recuperare i soldi a la Tulipe. 125K la metà, perché non ho la disponibilità al momento e mi chiede di recuperare l'altra metà a Milano».

Gioco delle coppie

Giorgi accusa dunque Panzeri di non aver detto tutta la verità su Comi. «Vuole provare a farvi credere che i soldi che ha recuperato a casa sua sono quelli dello scandalo di Milano», scrive nell'appunto. Nel periodo dei presunti soldi ricevuti dal Qatar, Comi stava in effetti per essere travolta dal caso giudiziario Mensa dei Poveri. Il 15 maggio del 2019 i giornali scrivono che è indagata. Da lì a pochissimo ci sono le elezioni europee. Comi non ce la farà: risulterà la prima dei non eletti. Il 14 novembre viene messa agli arresti domiciliari. Nel suo appunto Giorgi scrive: «Dopo qualche tempo si viene a sapere che Lara Comi è stata arrestata in Italia – panico tra me e Panzeri. Lui si occupa di recuperare i soldi a casa sua e porta i soldi a casa mia per utilizzare l'immunità di Eva». Secondo Giorgi, dunque, quei 60-70mila euro presi da Panzeri a casa di Comi e buttati nella spazzatura, in realtà non sono mai stati gettati via. Sono stati portati a casa sua e di Kaili (che in quanto parlamentare godeva di immunità) perché parte delle tangenti qatariote, e fatte sparire nel timore che la Procura di Milano potesse ordinare una perquisizione nella casa di Bruxelles per la vicenda mensa dei poveri.

Comi non ha risposto alle domande che le abbiamo inviato tramite il suo avvocato. Il 23 ottobre di quest'anno, per la vicenda Mensa dei Poveri, è stata condannata in primo grado dal Tribunale di Milano a 4 anni e due mesi per corruzione, false fatturazioni e truffa. È tornata al Parlamento europeo il 7 novembre 2022, subentrando a Silvio Berlusconi.

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