Sono 100 pezzi, tra strumenti musicali, casse e mixer, quelli sequestrati agli organizzatori del rave di Modena. Valore stimato: almeno 150mila euro. A questo si aggiunge la denuncia dei 14 organizzatori del rave, tutti italiani di varia provenienza eccetto un olandese. Sono gli effetti del «pugno duro» deciso dal governo, e dal ministro Matteo Piantedosi, contro questo tipo di eventi. 

La fine del rave di Modena

È anche l’epilogo del rave party di Halloween organizzato a Modena, in un capannone industriale di via Marino, che poi si è scoperto essere pericolante. I sequestri sono stati portati a termine nella tarda serata del 31 ottobre, quando 14 autocarri con strumenti musicali, mixer e casse utilizzate dai raver sono stati scortati in questura.

Intanto l’area interessata, il capannone inagibile, è stato messo in sicurezza e, mentre i partecipanti venivano fatti allontanare, sono stati anche identificati 25 raver olandesi. Questi avevano intenzione di fermarsi con i loro sei camper a Campogalliano, ma sono stati individuati e allontanati dalla polizia stradale.  Negli interventi, sottolinea la questura di Modena, c’è stato coordinamento «tra le attività di intelligence della Digos e quelle investigative della Squadra mobile».

Cosa prevede il decreto Piantedosi

Il caso di Modena ha dato al governo l’occasione per intervenire contro i rave che, come spiegato dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in conferenza stampa, rientrava nelle priorità del governo. Secondo il ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, le circostanze che si sono verificate, soddisfacendo i requisiti di necessità e urgenza, giustificano l’adozione del decreto legge, che dovrà essere convertito in legge dal parlamento entro 60 giorni, pena la decadenza.

Il decreto prevede l’introduzione di una nuova fattispecie di reato, inserendo nel codice penale l’articolo 434-bis: “Invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica”. La norma prevede la confisca obbligatoria dei veicoli e degli strumenti necessari alla manifestazione, l’obbligo del ripristino dei luoghi e l’utilizzo di intercettazioni per indagare sul reato. Inoltre, non solo chiunque organizzi un rave si rende responsabile di un reato che comporta la reclusione da tre a sei anni, ma anche quanti partecipano.

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