La regione Lazio, con un’ordinanza, ha disposto una zona infetta provvisoria e una zona di attenzione per cercare di contrastare e contenere la peste suina. Entreranno in vigore misure stringenti e una sorveglianza rafforzata dei cinghiali.

  • La zona rossa sarà indicata da cartelli e avverrà il monitoraggio, il campionamento e l’analisi di eventuali carcasse e la gestione del loro smaltimento in sicurezza. Nell’area sarà vietato dare cibo agli animali, ma anche organizzare eventi e fare pic nic. 
  • Un’altra misura adottata sarà quella di recintare i cassonetti dei rifiuti, per evitare che i cinghiali ci vadano alla ricerca di cibo. Inoltre, verranno attivati dei controlli negli allevamenti di suini e animali anche vicini alla zona rossa.
  • Il provvedimento è stato adottato dopo la scoperta di un caso di peste suina africana in un cinghiale ritrovato nel parco dell’Insugherata in prossimità della Cassia, a nord di Roma, all’interno della cinta del grande raccordo anulare. Il caso di Roma arriva a circa quattro mesi dalle prime segnalazioni della malattia in Italia, individuata a inizio gennaio tra il basso Piemonte e la Liguria. Ad oggi, dopo circa 120 giorni, in quei territori sono già 110 i cinghiali ritrovati positivi alla Peste suina africana: una media di circa uno al giorno.

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