Il leader del partito danese di estrema destra Stram Kurs, “Linea dura”, è stato fermato stamane all'aeroporto di Malpensa subito dopo essere atterrato. L’evento dovrebbe svolgersi in Lombardia il 17 maggio, nonostante i problemi per trovare una location. Si riunisce il comitato per l’ordine pubblico
Ancora guai per gli estremisti neri. Dopo l’annuncio del dietrofront dell’hotel che doveva ospitare il Remigration summit, ora è la volta dei fermi di polizia. L’estremista di destra danese Rasmus Paludan, leader del partito danese di estrema destra Stram Kurs, “Linea dura”, è infatti stato fermato stamane all'aeroporto di Malpensa subito dopo essere atterrato. La sua posizione è rimasta al vaglio sino al tardo pomeriggio, quando è poi arrivato il provvedimento di espulsione del Prefetto, convalidato dal tribunale di Milano.
Il prefetto di Varese, il dottor Salvatore Rosario Pasquariello, ha detto a Domani che domattina alle 9.30 si riunirà il comitato per l’ordine pubblico, per cui si chiarirà qual è il luogo che ospiterà il Remigration summit. In merito all’espulsione di Paludan, il prefetto spiega che «è stato espulso per motivi di ordine e sicurezza pubblica». Inoltre, per Pasquariello, i precedenti di Paludan «avrebbero potuto replicare disordini nel nostro paese». Alle 20.30 il volo che riporterà Paludan lontano dall’Italia.
Al Corriere della sera Paludan ha dichiarato di essere arrivato in Italia per il summit nero previsto per sabato 17 maggio, in una località non ancora resa nota dopo la cancellazione, da parte dell’albergo Dolce Milan Hotel Malpensa di Somma Lombardo, della prenotazione della sala.
Paludan e Van Langenhove
Paludan è un noto politico di estrema destra danese, che nel 2022 bruciò il Corano in diverse manifestazioni in Svezia. Proprio per questi violenti episodi è stato poi condannato, nel 2024, a 4 mesi di carcere per incitamento all’odio e oltraggio nei confronti di un gruppo etnico. Non sorprende dunque che, appena atterrato a Malpensa, sia stato prelevato dagli agenti di polizia.
La posizione di Paludan, al momento, sarebbe ancora al vaglio delle autorità. In un post e in un videomessaggio su X, l’estremista nero Paludan ha scritto: «Sono 10 anni che mi viene negato l'ingresso a Milano e in Italia! Solo perché sono un cristiano! Milano Malpensa! Decisione presa dal prefetto di Varese! Dov’è Matteo Salvini?». A fare da cassa di risonanza sotto al suo post, molti followers intenti a taggare il ministro Matteo Salvini e la Presidente del consiglio Giorgia Meloni.
Ma i problemi, per i partecipanti al summit nero, non sono finiti. Nella giornata di ieri, dai suoi profili social, il nazionalista belga ed ex deputato Dries Van Langenhove, ha annunciato che potrebbe finire in galera dalla Corte d’appello: «Questo venerdì potrebbero mandarmi in prigione per anni».
Il tribunale penale di Gand, nel marzo 2024, lo aveva infatti riconosciuto colpevole di incitamento alla violenza e negazione dell’Olocausto. Accuse formulate al termine di un’inchiesta sui messaggi razzisti e antisemiti che il leader del movimento giovanile nazionalista fiammingo Schild & Vrienden scambiava con altri membri condannati a pene sospese. Venerdì si avrà dunque il verdetto, che potrebbe vedere l’ex deputato di estrema destra in prigione.
Il summit
Oltre ai problemi legati ai suoi partecipanti, Domani aveva raccontato anche la problematica legata allo spazio in cui poter tenere il Remigration summit 2025. Nella serata di mercoledì, sempre dal proprio profilo X, gli organizzatori avevano aperto nuovamente alla prenotazione dei biglietti. Poi, nel pomeriggio di oggi, sono state nuovamente chiuse le vendite dei biglietti in presenza e aperte le prenotazioni per la diretta streaming.
Ma non solo. È stato nuovamente annunciato che l’evento si terrà nella città di Milano. Segno che, evidentemente, è stata trovata una nuova struttura ricettiva per le 400 persone previste inizialmente. E’ stato anche annunciato il programma completo delle persone che parleranno al summit nero per la remigrazione.
Come Domani aveva preannunciato, saranno presenti lo xenofobo austriaco Martin Sellner, l’attivista di destra Eva Vlaardingerbroek e il politico della National Front francese Jean Yves Le Gallou. In cartellone anche Afonso Gonçalves, attivista attivista nazionalista portoghese. Per ultimo, sempre se non finirà in prigione venerdì, il nazionalista belga ed ex deputato Dries Van Langenhove.
La politica
Negli scorsi giorni il capogruppo della Lega in Lombardia, Alessandro Corbetta, ha espresso il suo disappunto per quella che ha definito una «mobilitazione esagerata e ingiustificata» contro un incontro privato. Annunciando che potrebbe anche fare un salto al Remigration. Corbetta, su X, ha affermato: «Spero che il summit si riesca a fare: è diventata questione di libertà di parola e di pensiero».
Ma non solo. Ha aggiunto anche una nota rispetto alla manifestazione antifascista indetta dai centri sociali milanesi e da realtà internazionali: «Chiamare a raccolta gli antagonisti da tutta Europa è invece irresponsabile: il rischio di disordini e violenze è reale».
Corbetta chiude con la stoccata finale: «E’ molto più pericoloso il corteo che ci sarà sabato di qualsiasi convegno in cui si parla di sicurezza ed espulsione di clandestini e delinquenti». Se dalla destra, oltre a Alessandro Corbetta e a Matteo Salvini tutto tace, dalla sinistra invece si alza la platea dei partecipanti alla giornata in piazza San Babila; a partire dalle 14.30.
Oggi è stata confermata la presenza della segretaria del Partito Democratico Elly Schlein e anche di Nicola Fratoianni, deputato e segretario nazionale di Sinistra Italiana. Ancora in forse la presenza del presidente 5 stelle Giuseppe Conte e del leader di Italia Viva, Matteo Renzi. Il pomeriggio si aprirà con un intervento dell’Anpi, cui seguiranno delle letture della Costituzione che si alterneranno sul palco. Previsti, al momento, anche esponenti di +Europa, Italia Viva, Arci, Cgil e i Sentinelli di Milano.
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