Quella che oramai anche gli esperti chiamano “quarta ondata” continua a crescere anche in Italia. La scorsa settimana sono stati registrati in tutto oltre 51mila nuovi casi di Covid-19, mentre nei sette giorni precedenti erano stati solo 36mila.

Sono numeri relativamente più bassi di molti altri paesi europei. In Germania si registrano da oltre una settimana una media di quasi 40mila casi al giorno, ad esempio. Ma la situazione della curva nel nostro paese suscita crescenti preoccupazioni tra gli esperti e le autorità sanitarie.

Le nuove regole

Anche per questo il governo ha dato il via libera alla prima stretta di questa quarta ondata, un intervento ridotto che toccherà in maniera marginale il trasporto pubblico.

La novità principale riguarda i taxi e i noleggi con conducente. D’ora in poi sarà vietato trasportare più di due persone se non appartenenti allo stesso nucleo familiare.

Nelle principali stazioni ferroviarie, Roma, Firenze e Milano, o nelle altre stazioni dove sarà possibile implementarlo, i controlli sul green pass dovranno essere effettuati prima dell’ingresso in banchina e non soltanto a bordo treno. Ricordiamo che il green pass è obbligatorio su tutti i treni a lunga percorrenza, ma non sui regionali.

Infine, l’altra novità è che i capotreni avranno la possibilità di bloccare il convoglio se uno dei passeggeri a bordo dovesse manifestare sintomi Covid-19. Le nuove regole sono state criticate da alcuni esperti, tra cui il presidente della fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, perché non introducono alcuna novità nel trasporto locale e in quello a breve distanza.

La quarta ondata

Secondo l’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità, pubblicato venerdì scorso, l’indice Rt che misura la velocità di diffusione del virus è arrivato a 1,2, un valore che indica un’epidemia in rapida crescita. L’incidenza è pari a 77 nuovi contagi ogni 100mila persone, un valore superiore alla soglia di allarma di 50 ogni 100mila persone.

Altri segnali d’allarme arrivano dai paesi in cui la quarta ondata sembra in fase più avanzata che in Italia. I Paesi Bassi sono uno degli esempi più preoccupanti, perché ha una percentuale di persone vaccinate molto vicina a quella italiana, più dell’80 per cento nella fascia sopra i 12 anni.

Nonostante questo, nel paese l’incidenza dei casi è dieci volte quella italiana, oltre 800 nuovi casi ogni 100mila persone, e i contagi hanno già superato il record di tutte le ondate precedenti. In risposta, il governo olandese è stato il primo in Europa a varare un nuovo “lockdown limitato”. Da sabato scorso, le attività non essenziali devono chiudere entro le 18, mentre i supermercati, bar e ristoranti entro le 20. Le misure resteranno in vigore per almeno due settimane.

Situazione difficile anche in Germania, dove l’incidenza ha superato i 450 nuovi casi al giorno e nuove misure di contenimento sono attualmente allo studio. Il sistema sanitario è già sotto pressione da questa ondata, superiore a tutte le precedenti. A Monaco, in Baviera, il principale gruppo ospedaliero ha chiesto l’aiuto degli studenti di medicina e di scienze naturale per aiutaro «il nostro staff che è già stato spinto al limite».

Restrizioni solo per non vaccinati

Di fronte a questa situazione sono in molti anche in Italia a temere che anche nel nostro paese ci sarà bisogno di nuove restrizioni. Per il momento, però, tutte le regioni restano in zona bianca, anche se preoccupa la situazione nella provincia autonoma di Bolzano e in Friuli Venezia Giulia (regioni di confine con l’Austria, un altro paese europeo sotto forte pressione).

Di fronte alla prospettiva di nuovi divieti, in molti hanno già iniziato a chiedere che le future misure vengano ulteriormente differenziate tra vaccinati e non vaccinati (è in parte già così: in zona arancione, ad esempio, i limiti alla mobilità si applicano solo a chi non ha il green pass).

Oggi la richiesta è stata avanzata pubblicamente dal presidente della Liguria Giovanni Toti. «Chiederemo al Governo come Regioni che le misure restrittive legate alle fasce di colore valgano per le persone che non hanno fatto il vaccino, non per le persone che lo hanno correttamente fatto», ha detto Toti dopo aver parlato al telefono con il presidente della conferenza delle regioni, Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia.

«È vero che abbiamo i numeri migliori della stragrande maggioranza dei Paesi europei, ma dobbiamo stare con piedi per terra ed essere consapevoli che dobbiamo insistere ancora e il più possibile sugli strumenti che abbiamo per tenere la curva sotto controllo», ha detto oggi il ministro della Salute Roberto Speranza.

A proposito delle nuove misure, il governo ricorda nei suoi comunicati ufficiali che è al lavoro per evitare nuove restrizioni, ma questo, come ha ricordato Speranza la scorsa settimana, sarà possibile solo se «gli ospedali reggeranno». 

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