«Se continui a fare politica ti distruggiamo la vita». Dietro le minacce contenute nelle lettere anonime recapitate al meloniano, ex consigliere comunale a Prato, Tommaso Cocci, non ci sarebbero sconosciuti ricattatori né oscuri estorsori. Ma due “amici”. Due colleghi di partito che, secondo le ipotesi accusatorie, avrebbero agito per delegittimare l’astro nascente della destra toscana, che mercoledì ha comunicato di ritirarsi dalla corsa alle regionali.

Si tratta di Claudio Belgiorno, già membro del consiglio comunale in quota Fratelli d’Italia, e Andrea Poggianti, vicepresidente del Consiglio comunale di Empoli, non più in FdI da febbraio 2024. Entrambi sono indagati in concorso per diffamazione e revenge porn ai danni di Cocci. Che aveva denunciato, prima in procura e poi pubblicamente, quanto accaduto a suo danno.

Il passo indietro

«Sono stato per mesi oggetto di minacce, lettere anonime e tentativi di screditarmi dal momento in cui è stato chiaro che avrei messo a disposizione il mio impegno per la prossima tornata elettorale», le parole del giovane politico a cui, oltre alle lettere con accuse di presunti festini con minori e uso di sostanze stupefacenti, era arrivata anche una sua foto intima (foto inviata in una chat dallo stesso Cocci dopo essere stato adescato probabilmente dai presunti autori del ricatto).

Mercoledì gli investigatori hanno fatto chiarezza. Secondo la loro ricostruzione, dietro la trappola contro Cocci ci sarebbero proprio Belgiorno e Poggianti, entrambi perquisiti: saranno interrogati venerdì 12 e lunedì 15. Proprio nel corso della perquisizione di Belgiorno, apprende Domani, i detective avrebbero trovato un elemento assai sospetto. O forse la prova regina: una lettera delatoria all’interno del cassetto di un comodino.

Il caso giudiziario intanto diventa politico. Agita i vertici nazionali di Fratelli d’Italia che, nelle ultime ore, starebbero mettendo in dubbio le candidature – a consiglieri regionali nel collegio pratese – dello stesso Belgiorno e poi anche quella di Cocci, che però ha fatto un passo indietro autonomamente. Durante le acquisizioni investigative è emerso del resto che il giovane meloniano, difeso dall’avvocato Edoardo Burelli, avrebbe preso parte, nella qualifica di segretario, alla loggia massonica “Sagittario”, la stessa dell’imprenditore che è risultato grande elettore dell’ex sindaca del Pd di Prato, Ilaria Buggetti, al centro di un’inchiesta per corruzione. Nei giorni scorsi lo stesso Cocci aveva dichiarato di essere «in sonno da giugno».

Le carte

A ogni modo nell’invito a comparire notificato ai due indagati si legge che Poggianti e Belgiorno «con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi, avendo ricevuto, o comunque, acquisito le immagini a contenuto sessualmente esplicito, ritraenti l’avvocato Tommaso Cocci con la zona pubica denudata, destinati a rimanere privati, le diffondevano senza il consenso del citato Cocci, mediante l’invio di delazioni anonime destinate a vari indirizzi».

Tra questi, si legge negli atti giudiziari, ci sono quelli dell’onorevole Chiara La Porta, eletta nelle liste di Fdi e che ha annunciato la sua candidatura a Prato, ma anche ad altri esponenti del partito: dal consigliere del comune di Carmignano, Giovanni Sardi, fino al sindaco di Terricciola, Matteo Arcenni. E al governatore dell’arciconfraternita della Misericordia Luca Minnelli, il cui «presidente è sostenitore di Tommaso Cocci». Gli indagati «comunicando con più persone, offendevano la reputazione di Cocci affermando che lo stesso compiva atti sessuali con ragazzi, anche minori, durante la partecipazione a orge».

Nelle lettere anonime c’era scritto: «È goloso di orge gay e di sesso di gruppo tra uomini… lo potreste trovare in tarda sera a scopare vari ragazzi sui cofani delle auto o dietro cespugli e i camion parcheggiati della motorizzazione civile o al parco urbano, nonché che assumeva cocaina».

Al caso lavorano la guardia di finanza di Prato e la Digos. L’inchiesta potrebbe allargarsi e turbare ancora di più il partito di Meloni. Le liste per le regionali, tra l’altro, vanno consegnate entro venerdì mattina.

«Mentre i responsabili nazionali stanno chiudendo le liste per le elezioni regionali, ribadisco la mia posizione che è netta: credo che i nomi dei candidati debbano essere credibili e inattaccabili – ha commentato il coordinatore regionale di FdI e candidato a governatore della Toscana per il centrodestra, Alessandro Tomasi – Ritengo che nessuno debba essere immune dalla questione morale. Non possono esserci eccezioni. In lista non possono esserci indagati».

Nella giornata di mercoledì anche il commento ufficiale di Cocci: «Sono una persona perbene. I reati che ho subito sono stati strumentalizzati per provare a dimostrare che a Prato destra e sinistra sono negli stessi guai». Il giovane politico sarebbe rimasto molto provato da quanto emerso: tradito e messo alla gogna dai suoi stessi fratelli di partito.

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