Il giudice dell’udienza preliminare di Tempio Pausania ha rinviato a giudizio Ciro Grillo e i tre amici Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia per violenza sessuale di gruppo. All’udienza i quattro ragazzi non erano presenti.

Fuori dall’aula Giulia Bongiorno, avvocato difensore della ragazza che li ha denunciati, ha detto che «nonostante la Cassazione ritiene che le dichiarazioni della persona offesa di un delitto di violenza sessuale, dopo la verifica della credibilità, costituiscano di per sé prova per una condanna, in questo processo ci sono numerosi riscontri contro gli imputati, abbiamo anche la scatola nera che comprende tutte le intercettazioni e le chat, come quelle della mia assistita nella stessa notte dello stupro». 

Il processo inizierà il 16 marzo. «L'impianto accusatorio ha retto. È stata accolta la nostra richiesta, ora si farà un processo e si vedrà», è stato l’unico commento del procuratore Gregorio Capasso.

Il collegio difensivo dei quattro ragazzi aveva invece sollecitato il non luogo a procedere e chiesto che, in caso di rinvio a giudizio, si proceda con rito ordinario. Questo significa che affronteranno il processo senza formule processuali speciali come il rito abbreviato, che permetterebbe di beneficiare di una riduzione della pena di un terzo a patto di rinunciare al dibattimento.

I fatti

Il presunto stupro avviene nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019: Ciro Grillo e tre suoi amici genovesi, tutti diciannovenni, sono in Sardegna per le vacanze. Passano la serata al Billionarie di porto Cervo e qui conoscono due coetanee milanesi, che invitano ad andare con loro nella casa di Grillo, composta da due appartamenti adiacenti, in uno dei quali dorme la madre Parvin Tadjik.

Qui avrebbero luogo una serie di violenze sessuali nei confronti di una delle ragazze, sia nella stanza da letto che nel box doccia, compiute da tutti e quattro i giovani dopo averla costretta a bere mezza bottiglia di vodka. La seconda diciannovenne, invece, già ubriaca, si sarebbe addormentata sul divano del soggiorno e qui avrebbe subito abusi.

La ragazza ha sporto denuncia per stupro di gruppo il 26 luglio, accompagnata dai genitori una volta rientrata a Milano e gli atti sono stati inviati per competenza alla procura di Tempio Pausania.

Così comincia l’inchiesta, che va avanti per due anni. Vengono sequestrati tutti i cellulari e il 5 settembre 2019 i quattro ragazzi vengono sentiti dagli inquirenti, ma senza che siano ancora stati conosciute le prove a proprio carico. Loro parlano di rapporto sessuale di gruppo ma consenziente, la ragazza invece racconta nei dettagli una notte di violenze sessuali subite in stato di ubriachezza.

Nel frattempo, viene intercettata la madre del ragazzo, che aveva dichiarato agli inquirenti di non essersi accorta di nulla perché quella notte dormiva. La relazione delle perizie sui cellulari viene depositata nel gennaio 2020 ma a questo punto le indagini rallentano.

L’avviso di conclusione indagini viene recapitato ai quattro ragazzi il 20 novembre 2020 ma, per problemi di copiatura degli atti da mettere a disposizione delle parti, gli avvocati di difesa ottengono una proroga per poter svolgere controdeduzioni e indagini difensive. Così si arriva ad aprile 2021: il 9 del mese si svolge l’interrogatorio formale (atto obbligatorio prima del rinvio a giudizio) dei tre ragazzi, il 15 aprile quello di Ciro Grillo.

L’accusa a carico dei quattro è di violenza sessuale di gruppo, aggravata dall’utilizzo di sostanze alcoliche e la pena prevista va dagli 8 ai 14 anni, aumentata di un terzo per l’aggravante. Secondo la procura, infatti, i ragazzi avrebbero costretto la vittima «a subire e compiere ripetuti atti sessuali» e «ripetuti rapporti orali e vaginali, contestualmente e con ciascuno di loro», approfittando della condizione di inferiorità psichica e fisica della ragazza, reduce da una notte insonne, dalle violenze e dall’alcol bevuto.

Secondo l’accusa, vittima sarebbe anche l’altra ragazza, perché mentre dormiva è stata fotografata con i genitali di uno dei ragazzi appoggiati al viso. Elementi determinanti sono stati rinvenuti nei cellulari, dai quali sono state recuperate fotografie ma soprattutto un filmato dei rapporti sessuali di gruppo.

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