«Mai avrei immaginato che si potessero sfruttare le mie aziende, il mio impegno a creare ricchezza e lavoro, che oltretutto è precedente al mio ingresso in politica, per alimentare la polemica elettorale. Ma tant’è: la mancanza di argomenti porta a tentare il tutto per tutto». Così Roberto Occhiuto, candidato del centrodestra alla presidenza della regione Calabria, in risposta all’articolo di Domani che svela i bonifici sospetti al futuro governatore finiti nel mirino dell’antiriciclaggio di Bankitalia.

Sentito da Adnkronos, Occhiuto ha assicurato che le «due operazioni bancarie di cui si parla nell’articolo difficilmente potrebbero essere più trasparenti». Secondo il capogruppo di Forza Italia alla Camera, si tratta «dell’incasso per la vendita di una società, avvenuto con un assegno richiamato nell’atto notarile, e del pagamento di una prestazione professionale regolarmente fatturata».

Occhiuto ha respinto le accuse sulle sue società e alcuni pagamenti, precisando che sono «del tutto regolari» anche i prestiti Covid incassati dalle aziende di cui è titolare: «L’accenno è inutilmente malizioso e i numeri citati errati, mentre davanti alle difficoltà di realtà produttive si dovrebbe avere ben altro atteggiamento».

L’inchiesta di Domani

L’articolo di Domani, a firma di Giovanni Tizian, riferisce delle quote possedute da Occhiuto in quattro società e della nomina del socio del candidato in un’azienda partecipata dal comune di Cosenza.

Su una di queste imprese controllate dal candidato presidente si sono accesi i riflettori dell’antiriciclaggio di Banca d’Italia. Da quanto risulta a Domani, i detective che seguono i flussi finanziari sospetti si sono concentrati su alcuni versamenti incassati da Occhiuto, da un suo socio e da una delle azienda di cui entrambi sono azionisti.

Un assegno e un bonifico per un totale di 21mila euro incassati da Occhiuto nello stesso mese in cui la società “Fondazione patrimonio artistico retail” beneficiava della garanzia del Mediocredito centrale per ottenere prestiti dalle banche per oltre 350mila euro sfruttando il decreto liquidità Covid.

Il suo socio d’affari e manager, Paolo Posteraro, è stato piazzato in due partecipate del comune di Cosenza amministrato da Mario, il fratello del candidato. Tra il 17 e il 24 novembre 2020 sul conto del candidato alla regione sono approdati 21mila euro.

Un primo accredito deriva dall’incasso di un assegno di Posteraro, 11mila arrivano con un bonifico dalla “Fondazione patrimonio artistico retail”. La movimentazione è, secondo l’autorità antiriciclaggio, sospetta: anche perché Posteraro ha un ruolo di amministratore di aziende pubbliche del comune amministrato dal fratello di Occhiuto.

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