Una parte della Torre dei Conti, nel cuore di Roma, è crollata nella mattina di lunedì 3 novembre mentre erano in corso lavori di restauro. Quattro gli operai rimasti coinvolti: tre sono stati estratti vivi, mentre il quarto si troverebbe ancora sotto le macerie. L'intervento da 6,9 milioni di euro, finanziato con fondi Pnrr, aveva a oggetto il recupero strutturale, il restauro, la messa in sicurezza e la salvaguardia della torre medievale e della sua parte ipogea. 

Sul posto la polizia e i vigili del fuoco, il sindaco Roberto Gualtieri e il ministro della Cultura Alessandro Giuli. L'area dove è avvenuto il crollo della Torre dei Conti, in largo Corrado Ricci, in via dei Fori Imperiali, è stata circoscritta dai carabinieri del comando di piazza Venezia e della compagnia di Roma Centro. Sul crollo indagano proprio i carabinieri insieme al Nucleo ispettorato del Lavoro e alla Asl.

La procura ha aperto un fascicolo d’indagine, coordinato dall’aggiunto Antonino Di Maio e dal pm Mario Dovinola. Si procede per lesioni colpose e disastro colposo. Gli inquirenti, al momento, stanno disponendo una consulenza tecnica per ricostruire la dinamica e accertare le cause del crollo. 

Cosa è successo

Durante i soccorsi, e dunque dopo il primo crollo, parte della Torre ha ceduto nuovamente, provocando ulteriori danni. «Al momento c'è una persona che è intrappolata ma abbiamo delle evidenze che sia ancora in vita. C'è in corso ogni sforzo per cercare di salvarlo che è la priorità, ma è un'operazione complessa», ha dichiarato il prefetto di Roma Lamberto Giannini, nel corso del punto stampa ai Fori Imperiali per l'aggiornamento sul crollo della Torre.

Anche dopo il secondo crollo «la persona dà segnali di vita. Probabilmente perché nella prima entrata i vigili del fuoco non erano riusciti a liberarlo ma sono riusciti, in qualche modo, a proteggerlo», ha spiegato.
«Quello che possiamo dire è che sarà un'operazione molto lunga e complessa, perché il rischio di crollo è altissimo. Ci proveremo in tutte le maniere - ha ribadito - perché la priorità assoluta è salvare questa vita umana».

Le reazioni

A commentare la vicenda anche la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che ha detto: «Finché il governo italiano sperpererà i soldi dei contribuenti, l'Italia crollerà, dall'economia alle torri. A titolo di promemoria, a maggio di quest'anno il ministero degli Esteri italiano ha riferito che il sostegno italiano all'Ucraina, inclusi gli aiuti militari e i contributi versati attraverso i meccanismi dell'Ue, ammonta a circa 2,5 miliardi di euro, di cui circa un miliardo di euro destinato ai rifugiati, 310 milioni di euro a sostegno del bilancio dello Stato e 93 milioni di euro per attività umanitarie».

Parole a cui il Pd ha ribattuto: «Le parole della portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova sono inaccettabili, stupide e volgari. E tanto più gravi mentre i soccorritori - a cui va il nostro ringraziamento - ancora stanno scavando per tirare fuori dalle macerie un operaio. Chiediamo al ministro degli esteri di convocare l'ambasciatore russo per esprimere lo sdegno del nostro governo e di tutti i cittadini per affermazioni ciniche che manifestano solo l'intolleranza e la violenza di un regime autoritario e aggressivo».

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