È stato raggiunto l’accordo sulla direttiva dell’Unione europea per il salario minimo. Ad annunciarlo la Commissione per l’occupazione e gli affari sociali del parlamento europeo. L’intesa è stata trovata tra il Consiglio, il parlamento - che dovranno adesso approvarlo definitivamente - e la Commissione Ue. Poi dovranno essere i paesi membri a dare il via libera entro due anni.

Non sono stabiliti massimi o minimi salariali, ma si delinea un quadro per adeguare i minimi salariali in modo equo in quei paesi dove già esiste. Così come dovranno essere aggiornati almeno ogni due anni. Un compromesso potrebbe essere stato trovato tra Commissione e parlamento per la copertura della contrattazione collettiva, che dovrebbe oscillare tra il 70 per cento e l’80, visti gli obiettivi dei due organismi. Tra i 27 paesi membri, in Italia non è stato istituito il salario minimo, così come in Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia e Svezia.

Il commissario Ue al Lavoro Nicola Schmit, in conferenza stampa, ha precisato: «Non imporremo un salario minimo all’Italia, non è questo il punto». Schmit si è detto «fiducioso che alla fine il governo italiano e le parti sociali raggiungeranno un buon accordo per rafforzare la contrattazione collettiva».

Le reazioni

La presidenza di turno francese dell’Ue ha descritto l’accordo come «una tappa importante per l’Europa sociale». Così in un tweet: «Nel pieno rispetto delle diversità nazionali il provvedimento favorirà dei salari minimi adeguati nell’Ue e lo sviluppo della contrattazione collettiva». È arrivata anche la reazione della presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen, che ha accolto l’intesa: «Nei nostri orientamenti politici abbiamo promesso una legge per garantire salari minimi equi nell’Ue. Con l’accordo politico di oggi sulla nostra proposta su salari minimi adeguati, portiamo a termine il nostro compito». Von der Leyen ha anche aggiunto: «Le nuove regole tuteleranno la dignità del lavoro e faranno in modo che il lavoro paghi».

Soddisfatto anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando: «L’ok alla direttiva sul salario minimo apre una prospettiva per contrastare il lavoro povero e per dare a tutti i lavoratori un salario dignitoso». Il ministro, che si trova a Parigi per la ministeriale dell’Ocse, lo ha definito «un passo importante per concretizzare l’Europa sociale e del lavoro». L’olandese Agnes Jongerius, negoziatrice del parlamento europeo per il gruppo dei Socialisti e democratici (S&D), ha sottolineato come sia giunto il momento «di invertire la tendenza al ribasso» dopo decenni di calo dei salari reali e «combattere con forza le crescenti disuguaglianze». 

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