I ministeri della Salute e delle Finanze continuano a bacchettare la regione, commissariata da 14 anni: «Non risultano case di comunità attive, né ospedali di comunità attivi», il costo dei pazienti che si cura extra-regione è enorme e le cospicue risorse assegnate non vengono spese. Ombre anche sull’uso dei fondi Covid e su Azienda zero, ente di governance della sanità calabrese. Con lo spettro dell’autonomia differenziata, la situazione è allarmante
Ventotto minuti per aspettare un’ambulanza. In Calabria è questo il tempo che può intercorrere dalla chiamata alla centrale operativa fino all’arrivo del primo mezzo di soccorso. Quasi mezz’ora d’attesa che, nella peggiore delle ipotesi, può essere fatale a chi chiede aiuto. «L’indicatore è del 2022, va oltre il range di riferimento ed è in lieve miglioramento rispetto all’annualità precedente», è scritto nero su bianco nel verbale del tavolo di verifica interministeriale della sanità calabrese



