«Mi sarei aspettata un plauso per aver impiegato il mio patrimonio per salvare le mie aziende». La standing ovation non c’è stata per la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, anche ribattezzata ministra dei debiti. Sulle esposizioni debitorie ha però dimenticato di dire alcune cose, che Domani è in grado di rivelare.

Contenute in un documento finora inedito, presentato dai legali di Santanchè al tribunale fallimentare di Milano: si tratta della domanda di ristrutturazione del debito presentata per salvare Visibilia dal fallimento. In queste pagine è citato il Twiga, il noto locale di cui è stata socia Santanchè insieme all’amico di una vita, Flavio Briatore.

La ministra a novembre 2022 ha venduto le quote, ufficialmente per evitare conflitti di interesse vista la sua nuova veste governativa di titolare del Turismo. Dall’atto del 29 maggio 2023 firmato dagli avvocati e diretto alla sezione fallimentare di Milano emerge che per “tranquillizzare” il fisco e i giudici, Santanchè sostiene che l’impegno sarà «soddisfatto» anche grazie alle «disponibilità» che «deriveranno» da una percentuale sugli incassi del locale dei vip di Briatore, tramite una società di cui la ministra è azionista (tramite Immobiliare Dani) insieme al suo compagno Dimitri Kunz d’Asburgo Lorena.

Quel che riportano i legali della ministra rischia di mettere in serio imbarazzo non solo Santanchè ma l’interno governo, Meloni su tutti: il meccanismo messo a punto per pagare il fisco rimette infatti al centro dell’affaire il Twiga e il conflitto di interesse della ministra.

Ufficialmente risolto, secondo gli amici della senatrice, nel momento in cui Santanchè ha venduto le quote incassando 2,7 milioni di euro, poco dopo aver ricevuto l’incarico. Una parte le ha cedute al suo compagno, le altre a Briatore.

Ora però scopriamo che quel filo finanziario tra la ministra e il Twiga non è stato del tutto reciso: tanto più lo stabilimento fattura, tanto più lei riesce a saldare i debiti con l’agenzia delle entrate. Peccato che il suo ministero ha mantenuto le deleghe alle concessioni balneari.

Alla prima riunione del tavolo tecnico-consultivo sulle concessioni, convocato nei giorni scorsi, alla riunione con le associazioni balneari per discutere della messa al bando o delle proroghe, c’erano i due più stretti collaboratori di Santanchè: il vice capo di gabinetto e il consigliere per i rapporti istituzionali della ministra.

L’indagine

Santanchè ha riferito al Senato sulle indagini della procura di Milano inerenti la galassia aziendale di cui è o è stata amministratrice, azionista, gestore. Di cose da dire ce ne sarebbero state tante. A partire dai debiti milionari con banche e fisco.

La ministra resta, per ora, al suo posto. Nonostante l’indagine a suo carico per i conti sballati della società Visibilia, la quale ha diverse propaggini, tutte in rosso profondo e con varie questioni aperte, che hanno portato i pm di Milano, coordinati dalla procuratrice aggiunta Laura Pedio, a ipotizzare il reato di bancarotta e falso in bilancio.

Il nome di Santanchè è stato inizialmente iscritto segretandolo, come previsto dal codice di procedura penale nei casi in cui gli inquirenti vogliano evitare di far sapere alla parte di essere sotto inchiesta. Nessun avviso di garanzia o di conclusione indagine è stato notificato, l’inchiesta è ancora in corso in fase preliminare.

Un’inchiesta giudiziaria che è connessa anche anche all’evoluzione dei procedimenti instaurati presso il tribunale fallimentare. Torniamo così al documento ottenuto da Domani, presentato dai legali di Santanchè ai giudici della sezione che si stanno occupando del caso. Qui è spiegato nel dettaglio l’operazione Twiga, messo quasi a garanzia nel piano di ristrutturazione dei debiti enormi. In particolare la strategia che coinvolge il locale di Briatore è citata nella parte sull’esposizione con l’Agenzia delle Entrate.

Grazie al Twiga

Una delle maggiori esposizioni debitorie di Visibilia è con il fisco. Inizialmente era pari a 1,9 milioni. I legali di Santanchè hanno presentato una proposta di accordo del valore di 1,2 milioni. «Con riguardo al debito fiscale, che, si ricorda, è oggetto di proposta di transazione fiscale, esso (in caso di adesione), verrà pagato nella misura del 70 per cento del totale, e dunque per una somma pari ad € 1.294.859 da corrispondersi in 120 mesi».

La richiesta in pratica è di abbattere il debito e rateizzarlo in dieci anni. Poi nella relazione dello studio che assiste Santanchè gli avvocati spiegano come verrà pagata la somma. L’impegno sarà soddisfatto dalla società Immobiliare Dani, «partecipata al 95 per cento» da Santanchè. Non solo, aggiungono che «in particolare le disponibilità economiche deriveranno» anche «dalla partecipazione che Immobiliare Dani S.r.l. detiene in Ldd sas di Kunz Dimitri d’Asburgo Lorena (compagno della ministra, ndr), società partecipata al 50 per cento da Immobiliare Dani s.r.l. e al 50 per cento da Dimitri Kunz d’Asburgo Lorena». Inoltre, sottolineano, che da Ldd «Immobiliare Dani (cioè Santanchè, ndr) percepisce il 90 per cento degli utili».

Ecco però il nocciolo della questione che può essere controproducente per la ministra: «Per completezza, si precisa che Ldd sas di Kunz Dimitri d’Asburgo Lorena è una società di management che si occupa della gestione della Twiga S.r.l. e che per l’anno 2023 fatturerà alla Twiga S.r.l. stessa una fee pari al 3,5 per cento del fatturato di quest’ultima».

Quindi: grazie alla partecipazione nella società condivisa con il compagno incasserà una percentuale dalla gestione del Twiga di Briatore. Denaro che potrà essere usato per saldare il debito con il Fisco.

«Considerato che nel 2022 il valore di produzione della Twiga s.r.l. è stato pari a 8,4 milioni di euro e che è preventivabile un risultato analogo per l’anno 2023, è ragionevole ritenere che LDD sas di Kunz Dimitri d’Asburgo Lorena fatturerà alla Twiga S.r.l. il 3,5 per cento della somma di 8,4 milioni, ovverosia 295.279 euro di cui il 90 per cento» spetterà alla «Immobiliare Dani S.r.l. (precisamente € 265.751,14 oltre iva)».

E se non dovesse bastare questa contorta ma notevole garanzia con il brand Twiga, «ad estrema tutela del Creditore-Fisco, anche tale debito è oggetto del Vincolo di destinazione di cui infra». Quest’ultimo riferimento è al vincolo, rivelato da Domani, sulla villa in centro a Milano fatta valutare da un perito 6 milioni di euro e messa a garanzia delle esposizioni con banche e Agenzia delle Entrate.

La garanzia? «È senatrice»

La ministra ha detto di parlare vestendo i panni «dell’imprenditore», di essere orgogliosa delle sue attività. Per prima cosa ha ricordato il suo ingresso nel settore editoriale: «Credo che tutti quelli che oggi fanno impresa possono capire bene quello che sto dicendo», coloro che «stanno lottando per tenere in vita le loro imprese».

Avrà pure indossato gli abiti dell’imprenditrice un tempo di successo, ma avrebbe dovuto anche ricordare ai suoi colleghi parlamentari che nel ricorso dei suoi avvocati per la ristrutturazione dei debiti è esaltato il ruolo di senatrice che ricopre.

Anche in questo caso come garanzia per evitare il fallimento. Non tutti gli imprenditori possono giocarsi questa carta: «Si rileva, peraltro, che la socia di maggioranza, dott.ssa Daniela Garnero Santanchè, oltre ad essere socio di riferimento delle diverse società menzionate nel presente ricorso, riveste anche la carica di Senatrice della Repubblica, in funzione della quale percepisce un’indennità pari a 95mila euro netti annui: tale ammontare costituisce ulteriore risorsa a disposizione del Socio di maggioranza in funzione del sostegno finanziario da prestare in favore della Società per il pagamento dei debiti e, dunque, del buon esito degli Accordi».

Una politica, dunque, che sta tentando il tutto per tutto per salvare le aziende dal fallimento e dall’inchiesta per bancarotta.

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