Elly Schlein replica dopo la conferenza stampa di Giorgia Meloni in un’intervista a Repubblica: accusa la premier di vittimismo da quattro soldi dopo che Meloni ha invocato dei poteri forti non meglio specificati che avrebbero provato a ricattarla. 

Secondo la segretaria dem, ne deve parlare apertamente: «Giorgia Meloni faccia i nomi e i cognomi di chi prova a ricattarla, se il suo non è il solito vittimismo per coprire i fallimenti del governo».

Schlein promette battaglia anche sulle vicende di cronaca e giudiziarie che lambiscono la premier. «Noi continueremo a usare tutti gli strumenti per chiedere al governo di rendere conto dell’imbarazzo che causa al Paese. La risposta della premier su Pozzolo è stata del tutto insufficiente, soprattutto a fronte della testimonianza del ferito che, da operaio, temeva di denunciare un politico che gira armato e ha usato con arroganza persino l’immunità. Meloni avrebbe dovuto chiedere scusa e pretendere le dimissioni».

Nessuno sconto anche a Salvini, che secondo Meloni non deve riferire in aula. «La difesa di Meloni è debolissima. Salvini deve riferire: non è indagato ma le ordinanze — che la legge bavaglio vuole oscurare — delineano un sistema di intermediazione tra manager pubblici e imprenditori che usavano la loro prossimità al ministro e a un sottosegretario della Lega».

Le europee

Schlein deve anche replicare alla proposta di Meloni di confrontarsi pubblicamente e alla sua decisione, a quanto pare sempre più probabile, di candidarsi in prima persona alle europee. Sulla prima questione Schlein dice di «non avere paura anche se hanno provato a dirlo dopo il mio rifiuto di partecipare alla loro festa di partito, perché non divido il palco con nostalgici del fascismo e franchismo. Il confronto tv non sostituisce però quello in Parlamento, lo frequentano poco e calpestano spesso le opposizioni».

Sulla seconda, per la segretaria dem prende tempo: «Le mie valutazioni prescindono da Meloni, sono impegnata a costruire un progetto a partire dall’iniziativa in sei luoghi simbolici su quale Europa vogliamo. La mia candidatura sarà l’ultima questione: ora lavoriamo per liste aperte alla società civile».

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