Lo scorso 28 ottobre venti militanti di estrema destra aggredirono degli agenti di polizia durante una manifestazione indetta contro le norme anti Covid-19 avvenuta nel pieno centro storico di Verona. Nel violento scontro rimasero feriti sei agenti. Per quei fatti, il questore della città, Ivana Petricca, ha disposto tramite la divisione della polizia anticrimine locale dieci daspo e dieci divieti di accesso agli esercizi pubblici e ai locali di pubblico trattenimento.

I provvedimenti sono stati emessi sulla base dell’attuale normativa, introdotta dal decreto sicurezza bis, che consente di applicare il daspo per una serie di reati tra cui associazione di tipo mafioso, estorsione, incendio, rapine, spaccio di stupefacenti e, in ultimo, il reato di rissa.

La nuova legge consente di applicare la misura di prevenzione del daspo anche fuori dal contesto e indipendentemente che questo sia stato commesso in occasione o a causa di manifestazioni sportive. La pericolosità dell’individuo, come ha spiegato il questore, viene vagliata dalla denuncia o dalla condanna, anche non definitiva, per uno dei reati previsti.

Gli eventi

I fatti si riferiscono alla manifestazione avvenuta nel centro della città di Verona lo scorso 28 febbraio. In quell’occasione circa centinaia di manifestanti hanno inscenato una guerriglia urbana in piazza Erbe, iniziando a pressare il cordone delle forze dell'ordine per poter entrare in piazza dei Signori e arrivando ad usare la violenza con calci e lancio di sedie e tavoli (dei locali pubblici), bottiglie, pietre, fumogeni, petardi e bombe carta.

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